Bambini violati in Istria, 112 casi in nove mesi
POLA. Nella città di Pola, ma anche in tutta l’Istria, è allarmante il fenomeno della trascuratezza nei confronti dei bambini, ma anche della violazione dei loro diritti elementari e del mancato rispetto delle regole finalizzate alla loro sana educazione e crescita. Basta un dato, diffuso nei giorni scorsi dalla Questura: nei primi nove mesi dell’anno in Istria sono stati accertati 112 casi del genere e le relative denunce sono state spiccate a seconda dei singoli casi nei confronti di genitori, genitori adottivi o tutori dei bambini.
Le accuse per le quali sono scattate le indagini riguardano gravi lacune nell’educazione dei figli, trascuratezza e molestie, ma anche la costrizione dei piccoli al lavoro - lavoro ovviamente inadeguato alla loro età - e ancora la costrizione alla richiesta dell’elemosina nelle strade; ma sono stati anche segnalati casi di mancato pagamento degli alimenti. Si tratta di reati per i quali i genitori - o chi ne svolge le funzioni - possono venir condannati a pene che vanno da un minimo di sei mesi a un massimo di cinque anni di reclusione.
Del problema si è tornato a parlare in occasione di cinque casi che si sono verificati di recente, con altrettante denunce - come reso noto dalla Questura istriana - spiccate dalla polizia. Nel primo caso una madre è stata denunciata per il frequente abuso di alcool: una situazione familiare che incide negativamente sullo sviluppo emotivo del bambino coinvolto. La donna ha offeso più volte il bimbo stesso e - in presenza di quest’ultimo - anche l’ex marito, al quale cercava di impedire di avere contatti con il figlio.
Nel secondo caso gli agenti, su segnalazione di alcuni vicini, sono intervenuti nell’abitazione di una famiglia in seguito alle frequenti violenti liti tra marito e moglie, talvolta degenerate in scontro fisico. Il tutto avveniva in presenza dei due figlioletti in tenera età, costretti a subire la situazione. Una terza denuncia è stata spiccata nei confronti di un padre per trascuratezza nei confronti dei suoi tre bambini, che lasciava spesso tutta la notte da soli incasa. È un padre anche il protagonista dell’ultima vicenda riportata: l’uomo è stato denunciato per avere violato il divieto imposto dal tribunale di venire a contatto con i suoi due figli fino a che non avesse concluso un percorso di riabilitazione psicosociale: trattamento che era stato disposto dal tribunale in seguito a numerose violazioni dei diritti dei due figlioletti.
I casi sono stati portati alla luce pochi mesi dopo la tragedia che ha scosso l’intera Croazia, quella di una donna - Chiara Pasić - che con la complicità di una ragazzina quattordicenne ha ucciso il figlio di tre anni lo scorso maggio a Pola. La donna è ora in attesa del processo e rischia la condanna più severa prevista dalla legge croata: 40 anni di reclusione. (p.r.)
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