Bambina morta, indagati 2 medici del Burlo
Due medici pediatri del Burlo sono indagati dal pm Matteo Tripani per la morte della bambina di due anni e mezzo avvenuta lo scorso martedì 25 novembre dopo due accessi e altrettante dimissioni dal pronto soccorso dell’ospedale infantile Burlo Garofolo.
Si tratta di Elena Neri, 42 anni e di Claudio Germani, 58 anni. Entrambi sono dirigenti di prima fascia in forza al servizio di pediatria d’urgenza dell’ospedale infantile di via Dell’Istria. In particolare i due pediatri - il cui curriculum pubblicato sul sito istituzionale del Burlo è di altissimo livello - hanno diretto il pronto soccorso nei giorni di domenica 23 e lunedì 24 novembre. Entrambi hanno firmato i referti relativi alle due dimissioni della bambina avvenute dopo altrettanti “accessi”, il primo avvenuto nel pomeriggio di domenica 23 e il secondo, sempre al pomeriggio, ma di lunedì 24 novembre, dopo appena 24 ore.
L’accusa, ipotizzata a loro carico dal pm Matteo Tripani, è di omicidio colposo. In simili circostanze l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto, così da dare agli indagati la possibilità di nominare dei propri consulenti in occasione degli accertamenti sul tavolo del medico legale incaricato che sono previsti per la giornata di oggi. Infatti questa mattina - nella procedura dell’incidente probatorio, e dunque atto non ripetibile e utilizzabile in dibattimento senza contraddittorio - il pm Matteo Tripani nominerà formalmente il medico legale Carlo Moreschi di Udine come consulente della procura. Moreschi eseguirà l’autopsia, da quanto si è saputo, nella tarda mattinata. Nella stessa circostanza gli avvocati Alberto Kostoris e Maria Genovese che assistono i genitori della bambina, indicheranno come proprio consulente il medico legale Carlo Belleli.
L’obiettivo dell’autopsia è chiaramente quello di comprendere le cause di una morte al momento inspiegabile e incredibile. Ma anche di risalire in maniera definita, e dunque non certo ipotetica, a eventuali responsabilità operative e valutative da parte dei due pediatri nel caso in cui dovessero essere evidenziate dagli accertamenti investigativi. Nei giorni scorsi i poliziotti incaricati dal pm hanno acquisito intanto la documentazione clinica relativa alla bambina. Si tratta dei referti ma anche dei fogli relativi alle analisi e alle valutazioni specialistiche, oltre ovviamente alle prescrizioni terapeutiche con la diagnosi di faringite. Referti appunto riconducibili ai due “accessi” al pronto soccorso e alle relative dimissioni. Gli investigatori hanno anche acquisito la documentazione sull’intervento effettuato martedì sera nell’abitazione della famiglia dai sanitari del 118, che per oltre un’ora hanno invano cercato di rianimare la piccola. Anche tutto questo sarà utile per capire come mai una bambina dimessa due volte dal pronto soccorso sia poi morta. Bisognerà capire cosa e perché non sia stato fatto quanto necessario ma soprattutto urgente. E come mai nessuno, fino all’allarme lanciato dai genitori al centralino della sala operativa del 118, si è accorto di quanto fossero gravi le condizioni della bambina.
Nel pomeriggio di domenica 23 fa i genitori avevano accompagnato al Burlo la bambina per tosse, febbre e brividi. La piccola era stata trattenuta in osservazione qualche ora: era stata sottoposta ad aerosol terapia e le erano stati somministrati alcuni farmaci. Poi era stata dimessa. Il giorno successivo, dopo una notte trascorsa in casa, la bambina aveva accusato gli stessi sintomi. Così ad appena 24 ore dalle prime dimissioni i genitori preoccupati l’avevano riaccompagnata al Burlo, dove ancora una volta era stata sottoposta ad aerosol terapia e poi dimessa nella convinzione che la patologia fosse di poco conto o comunque non tale da presupporre il ricovero. Invece martedì sera la tragedia: la piccola è morta in casa, nel suo letto, a 24 ore dalle seconde dimissioni.
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