Bambina molestata, barman condannato

Ventiquattro mesi all’uomo colpevole di violenza sessuale ai danni di una ragazzina di nove anni nel 2017 a Portopiccolo
Il giudice Giorgio Nicoli in un’immagine d’archivio
Il giudice Giorgio Nicoli in un’immagine d’archivio

TRIESTE Due anni di reclusione con la condizionale per un ex barman del resort “Falisia” di Portopiccolo, accusato di violenza sessuale aggravata ai danni di una bambina di nove anni. L’uomo, incensurato, è un 50enne originario di Reggio Emilia e non lavora più nell’hotel. È stato condannato ieri nel procedimento in rito abbreviato dal gup Giorgio Nicoli. I fatti, che risalgono al 21 maggio 2017, una domenica pomeriggio, sono stati ricostruiti dal pm Pietro Montrone, il magistrato titolare del fascicolo, che in udienza aveva chiesto una pena di tre anni e sette mesi.

L’inchiesta era stata avviata dopo la denuncia sporta dalla famiglia. La madre aveva raccontato che quel pomeriggio, poco prima dell’abuso, la bimba era intenzionata a entrare in un negozio della baia di Portopiccolo per prendere un gadget. Ma per sbaglio si era infilata nell’albergo accanto. I genitori la stavano aspettando fuori, dunque si trovavano nelle vicinanze. Ma in pochi istanti, forse nel giro di un minuto, era successo l’inimmaginabile.

«Mia figlia è uscita piangendo, sotto choc», aveva riferito la mamma alla Polizia. Stando alle ricostruzioni raccolte nel verbale e alla stessa testimonianza della minore (i colloqui si sono svolti in presenza di uno psicologo), la bimba era stata «invitata» dall’uomo a seguirlo «in un’area attigua al bar per farle vedere delle borse». Ed è in quel momento che le avrebbe afferrato con un braccio la vita per poi toccarla nelle parti intime. L’indagine ha tentato di accertare se la bambina ha subìto uno stupro. Ma non ci sono state conferme. Nel referto del Pronto soccorso del Burlo, dove la minorenne è stata sottoposta lo stesso giorno a una visita, si parla di «un’abrasione lievemente sanguinante lunga circa 2, 5 centimetri» nella zona genitale, in aggiunta a «lesioni da grattamento dovute alla dermatite per cui è già in cura». Nell’inchiesta sono state passate al setaccio anche le immagini riprese dalle telecamere dell’hotel e le intercettazioni telefoniche delle conversazioni del barman con la moglie. Dialoghi in cui, da quanto risulta, il 50enne parlava più volte dell’accaduto: «Non c’ero con la testa, hai capito? ».

Il barman, che come detto non è più alle dipendenze dell’albergo, era stato sospeso dal “Falisia” con un atto consensuale. Nella sentenza il gup Nicoli ha anche disposto una provvisionale, una somma di 15 mila euro da pagare immediatamente a favore delle parti civili. Cioè la famiglia della minore, tutelata dall’avvocato Maria Pia Maier. Il danno è invece da quantificare in sede civile.

«Purtroppo quell’uomo è libero», ha commentato la mamma della bambina a udienza conclusa. «Come madre è intollerabile, perché quella è una persona pericolosa».

L’imputato è difeso dall’avvocato Maria Genovese: «Attendo di leggere la sentenza con il mio assistito – afferma la legale – ma è chiaro che ci appelleremo».—


 

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