Balzo dei ricavi di Hera (+6%), bene il settore gas con Amga

In crescita anche il margine operativo lordo (+2,5%) e utile netto (+10,2%). Tommasi soddisfatto In difficoltà ambiente ed energia elettrica. In Piazza Affari il titolo ha guadagnato lo 0,27%
Tommaso Tommasi di Vignano
Tommaso Tommasi di Vignano

TRIESTE. Ancora la “manina” del Nordest a spingere la semestrale di Hera, seconda utility nazionale e gruppo controllante di AcegasApsAmga (Trieste-Padova-Udine). Il consolidamento di Amga, l’ex municipalizzata udinese acquisita nel luglio dello scorso anno, il buon andamento del settore gas (Amga opera prevalentemente in questo ambito) e del ciclo idrico sono stati i principali fattori che hanno consentito il miglioramento degli indicatori nel periodo gennaio-giugno: il semestre ha ribadito le tendenze manifestatesi nei primi tre mesi. Il presidente Tommaso Tommasi di Vignano sottolinea, come al solito, che l’attività di integrazione dei nuovi acquisti procede secondo programma e che i numeri sono apprezzabili soprattutto se considerati «alla luce di un quadro macro-economico tuttora caratterizzato da instabilità». L’amministratore delegato Stefano Venier ritiene «soddisfacenti» i risultati ottenuti, con riferimento particolare al secondo trimestre. In Piazza Affari il titolo Hera ha chiuso a 2,228 euro con uno 0,27% in più, dopo essere stato “sotto” per quasi tutta la seduta.

Parola ai numeri. Nel confronto con l’analogo periodo del 2014, la semestrale, approvata ieri mattina a Bologna dal cda del gruppo, evidenzia ricavi in crescita del 6,1% a 2,2 miliardi; il margine operativo lordo sale del 2,5% a 459,1 milioni; il reddito operativo si alza lievemente dello 0,9% a 245 milioni. L’utile netto del periodo suggerisce un aumento del 10,2% a 115,4 milioni favorito dalla combinazione di una migliore gestione finanziaria, di un minor costo dell’indebitamento medio, dei migliori risultati ottenuti dalle controlate.La posizione finanziaria netta è negativa per 2656 milioni, con un piccolo incremento (+0,6%) rispetto alla situazione dello scorso anno, mentre peggiora di un centinaio di milioni nel raffronto con quanto rilevato al 31 marzo scorso.

Interessante osservare il cammino semestrale dei quattro settori. Bene - come si diceva - il gas, beneficiato da un inverno più rigido rispetto al 2014, dal consolidamento dell’udinese Amga, dall’aggiudicazione del servizio “default” (consumi elevati e morosi) in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria.; il margine operativo lordo (mol) è salito del 14,2% a oltre 172 milioni. Benino il ciclo idrico integrato con un mol migliorato del 4,7% a oltre 107 milioni.

Non brillante il settore ambiente, che ha scontato la riduzione degli incentivi e la manutenzione a quattro inceneritori: il mol è così sceso del 2% a poco meno di 120 milioni. Decisamente male, come già nel primo trimestre, l’energia elettrica condizionata dal recupero della perequazione specifica nell’area di Gorizia - ovvero al riconoscimento tariffario di investimenti del passato - registrata nel 2014. E qui il mol è crollato del 21% a meno di 50 milioni.

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