Ballottaggio, lo spettro di urne deserte a Gorizia

Dopo che al primo turno l’astensione ha superato il 42%, per il secondo potrebbe ingrossarsi l’esercito degli invisibili

«C’è un’azione peggiore che quella di togliere il diritto di voto al cittadino, e consiste nel togliergli la voglia di votare». Mai come oggi è così attuale l’aforisma dello scrittore francese Robert Sabatier. A livello internazionale, nazionale ma anche locale.

Elezioni a Gorizia, ballottaggio Ziberna-Collini


Il vero, indiscusso vincitore del primo turno non è stato tanto il candidato sindaco di centrodestra Rodolfo Ziberna (arrivato a 22 voti dalla mèta), quanto un signore oscuro, temuto, indecifrabile: il “signor Astensionismo”. E dire che, alla vigilia, c’erano tutte le premesse perché non comparisse, rimanesse nascosto, non recitasse certamente un ruolo di primo piano. Invece – con 9 candidati sindaco, 21 liste elettorali e 664 candidati consiglieri – sono pochi coloro che sono andati a votare. Ci si aspettava che un numero così consistente di “papabili” mobilitasse tutti i parenti, genitori, cugini di primo, secondo, terzo grado, conoscenti, colleghi di lavoro, chi ne ha più ne metta. Ma la mobilitazione... non c’è stata. E, anche nel secondo turno, aleggia questo spettro con il timore che l’astensionismo sarà ancora maggiore e penalizzante.

Con Ziberna o Collini Ecco i nuovi scenari
Bumbaca Gorizia 12_06_2017 Elezioni comunali Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Su 30.400 elettori, i votanti sono stati solo 17.602 e l’affluenza si è fermata al 57,90%. Ergo, l’astensione ha raggiunto il 42,10%, tristemente in linea con il trend negativo degli ultimi anni: nel 2007 l’affluenza era stata del 70,83% e nel 2012 del 61,10%. La lista più votata ha ricevuto 1.913 voti. Inoltre, sia il candidato sindaco sia la coalizione con più preferenze si sono fermati rispettivamente a 8.543 e 7.384 voti. «Possiamo dire con certezza – rammenta Rosa Maria Forzi, paladina della trasparenza ed esponente di spicco del Forum per Gorizia – che i 12.798 non votanti, a cui si potrebbero eventualmente aggiungere le 120 schede bianche e forse una parte delle 354 schede nulle (cioè escludendo quelle annullate per eventuali errori degli elettori), rappresentano di gran lunga il più forte partito del Goriziano. È un dato sconfortante».

E questa analisi l’hanno fatta in pochi. Anzi, l’ha fatta Roberto Collini nei giorni scorsi: è consapevole che se vuole avere almeno una minima chance al ballottaggio, deve andare a stanare casa per casa chi, al primo turno, non ha votato. «Il fenomeno è generalizzato – sentenzia Daniele Del Bianco, direttore dell’Istituto di sociologia internazionale di Gorizia (Isig) –. Anche Macron, in Francia, si avvia verso la maggioranza, seppure con un astensionismo importante. Le cause sono sempre le stesse: assistiamo a un crollo dei partiti tradizionali e, forse, c’è anche disillusione fra gli elettori. L’offerta che c’è non viene vista come tale da invogliare il voto. E poi, l’idea che il singolo voto possa cambiare tutto, sta morendo. Nel referendum del dicembre 2016 la percentuale dei votanti fu quasi del 70% con 53 bianche e 100 nulle. Come mai, proprio quando i cittadini decidono per il proprio sindaco, non partecipano? Questo rincara la dose. Forse, tanti goriziani preferiscono restare “in panchina”, affidando la loro protesta a Facebook e ad altri canali».

Ballottaggio a Gorizia, Collini a caccia di alleati per la sfida con Ziberna
Bumbaca Gorizia 12_06_2017 Elezioni comunali Gorizia © Fotografia di Pierluigi Bumbaca


Puntuale anche l’analisi di Livio Semolic, segretario regionale dell’Skgz (Unione economica culturale slovena). «Il partito degli astensionisti - rimarca - si avvicina alla maggioranza assoluta. E vale sempre di più anche per Gorizia. Sarebbe un grave errore pensare che la città è immune alla disaffezione della politica, ancora peggio sarebbe sottovalutare il fenomeno. L’astensionismo è un vero schiaffo per destra, sinistra, maggioranza e opposizione, qui non ci sono vincitori ma solo sconfitti». Aggiunge Semolic: «Peraltro, oggi l’elettore goriziano non è attratto nemmeno dall’anti-politica, caratteristica di alcuni partiti italiani. Si guardi in faccia i nostri cittadini. La politica non riesce più a trasmettere emozioni».

Il popolare regista Matteo Oleotto allarga le braccia. «Il forte astensionismo, a tutti i livelli, è il frutto della nostra classe politica. Mi ero ripromesso che non sarei andato più a votare sino a quando sarebbero esistiti personaggi come Razzi e Scilipoti, due che hanno lavorato benissimo per distruggere l’immagine del politico e della politica. Non penso siano tutti uguali, tant’è che sono andato a votare alle Comunali perché ho trovato una persona convincente».

«Ma concludo: la politica, sempre in un piano generale, si è impegnata allo spasimo per mettere in mostra la sua parte più truffaldina e più becera».

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