«Balcani nella Ue, diplomazia italiana al lavoro»
Il rapporto privilegiato fra Italia e Balcani all'interno della galassia europea è stato il fulcro dell'intervento che il segretario generale della Farnesina Michele Valensise ha tenuto ieri nella sede del Mib del Ferdinandeo. La visita è stata un piccolo esordio, perché per la prima volta un diplomatico con il suo incarico è venuto in Friuli Venezia Giulia per rendere omaggio alla Regione e all'Iniziativa centro europea, che assieme al Mib era uno dei due organizzatori dell'incontro.
Ricevuti i saluti del segretario dell'Ince Giovanni Caracciolo di Vietri, del sindaco Roberto Cosolini e del docente del Mib Stefano Pilotto, Valensise ha affrontato il tema della giornata: "Balcani, Italia e Unione europea: insieme per il superamento della crisi". «La diplomazia italiana ha da tempo l'obiettivo della stabilizzazione di un'area nevralgica per i nostri interessi - ha spiegato -, il che include l'avvicinamento della famiglia dei paesi balcanici all'Ue». Nella prospettiva italiana «c'è l'integrazione completa di quest'area. Il cantiere europeo non sarebbe all'altezza del suo compito se non includesse queste regioni, che auspichiamo diventino parte il prima possibile anche del tessuto istituzionale del nostro grande progetto». L'ambasciatore ha poi fatto il punto della situazione. Assodata l'integrazione di Slovenia e Croazia, «la Farnesina è fermamente impegnata per l'inserimento nell'Ue di Serbia e Montenegro». L'Italia ha poi «insistito molto per l'ottenimento dello status di paese candidato per l'Albania, così come la Macedonia è nel radar del nostro impegno». Valensise ha dedicato una riflessione a parte al paese che rischia «di essere il fanalino di coda» dell'area: «La nostra attenzione verso la Bosnia Erzegovina è prioritaria. I progressi sono forse al di sotto delle aspettative, ma l'auspicio è che presso i gruppi etnici di quel paese prevalga il sentimento che le sfide di questi anni sono affrontabili solo sulla base di un'intesa comune. Non su quella di una parcellizzazione che ha già creato troppi guai a quel piccolo, bellissimo e martoriato paese». L'ambasciatore ha invitato a non sottovalutare «il potere trasformativo dell'Ue. Sulla base di regole condivise, fatte e sentite proprie si possono avere risultati di grande rilievo». Un ruolo peculiare spetta all'Italia «che già negli anni cruenti della fine della federazione jugoslava ebbe funzione fondamentale tanto sul piano della stabilizzazione militare, con un'operazione senza precedenti, quanto sul fronte degli aiuti umanitari».
Giovanni Tomasin
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