Bagno militare: è un privilegio per pochi intimi
Inibito ai più l’accesso al bagno militare di Miramare. Sono un privilegio per pochi gli 80 metri di costa a due passi dalla riserva marina. Da lì il paesaggio è da favola, con tanto di scogliera anti-onde adatta a far sguazzare i piccini. Ma è un privilegio quasi esclusivo. A differenza di uno stabilimento privato, nel quale tutti possono entrare pagando l’ingresso, al bagno militare l’accesso è limitato alle divise, ai loro familiari e a qualche amico socio. Il terreno in questione, lo dice la parola, è di demanio militare. Significa che lo Stato l’ha dato in concessione al Comando militare dell’Esercito del Friuli Venezia Giulia. Quest’ultimo a sua volta bandisce ogni anno una gara d’appalto, vinta nel 2013 dall’Associazione nzionale sottoufficiali d’Italia (Ansi), cui è stata così affidata la gestione del bagno di Miramare e dei campi da tennis del Circolo ufficiali di via dell’Università.
Sebbene la gara sia a tutti gli effetti pubblica, il regolamento di accesso ai servizi resta prerogativa del Comando. In altre parole, come spiega il maresciallo segretario dell’Ansi, Giuseppe Morelli, ad accedere al bagno sono ufficiali, sottufficiali, militari (in servizio e in congedo), carabinieri, finanzieri, poliziotti, vigili e funzionari di vari ministeri, della Difesa in primis. È pur vero che ognuno può portare con sé degli ospiti e che, come si apprende da fonti militari, al bagno possono accedere tutti i soci del Circolo ufficiali. Ma per diventare soci bisogna essere presentato da un altro socio: ogni tre mesi la commissione si riunisce per ammettere gli aspiranti, che vengono valutati in base al curriculum e al “benefit culturale” di cui sono portatori. Va da sé che, supponiamo un avvocato, può essere scelto per organizzare delle conferenze tematiche al Circolo. E quanti sono i soci attuali? Il presidente dell’Ansi, il maresciallo Vincenzo Acciarino, ne conta circa 800, aggiungendo che «la platea degli uomini in divisa è di gran lunga maggiore». E supponendo che siano anche diverse migliaia le persone che ogni giorno possono usufruire dei 250 posti disponibili al bagno militare, viene da chiedersi quanto possano pesare, in termini di percentuale, sui 200mila residenti di Trieste.
Un privilegio per pochi? «In Italia ognuno ha i suoi privilegi – risponde Acciarino -, cominciamo a tagliare quelli grandi dei politici e mano a mano scendiamo a toccare i più piccoli. Ma in questo Paese invece si usa partire sempre dai più piccoli...». In ogni caso le differenze di prezzo sono evidenti: da Sticco, lo stabilimento privato più vicino, l’ingresso costa 6 euro al giorno, 7 nel fine settimana. Al bagno militare 2,35 euro per i soci; 4,75 per gli ospiti. Se almeno lo stabilimento lo vedessimo strapieno: invece agli occhi del cronista appare mezzo vuoto e a quelli dei gestori mezzo pieno. «Per quanto la leva non sia più obbligatoria, il demanio è militare e non ci si può fare niente», commentano gli utenti. Può essere. Ma il parco di Villa Necker, il demanio militare lo vuole restituire allo Stato, per darlo in concessione al Comune.
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