Bagarre in Consiglio su Regeni. Razzini fischia i suoi: dilettanti

La mozione presentata dal gruppo dem ha finito per far emergere dissapori nella maggioranza leghista. Cisint: «Mai mancata solidarietà alla famiglia»
Bonaventura Monfalcone-02.10.2015 Riunione esponenti della destra-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-02.10.2015 Riunione esponenti della destra-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Le buone intenzioni alla fine non sono state sufficienti e dall’aula mercoledì sera il Consiglio comunale è uscito non con una posizione unitaria sul caso Regeni, ma tra le accuse incrociate di strumentalizzazione che centrodestra e centrosinistra si sono scagliati addosso. A monte la mozione presentata dai dem le cui premesse tiravano in ballo le posizioni assunte dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in contrasto con l’atteggiamento tenuto invece sulla vicenda dal presidente della Camera, il pentastellato Raffaele Fico.

Insomma, un documento difficilmente accoglibile da una maggioranza e un’amministrazione a traino leghista. Come in sostanza la capogruppo del Pd Lucia Giurissa ha ammesso mercoledì sera. Nell’arco di tre mesi, da quando è stata scritta la mozione, qualcosa è però cambiato, secondo i dem, soprattutto nel comportamento dell’amministrazione, che sabato scorso ha patrocinato ed è stata presente con due assessori (Cauci e Volante) alla tappa cittadina della ciclostaffetta per Giulio Regeni. Nel presentare il documento il consigliere Fabio Delbello ha dichiarato quindi la disponibilità a stralciare del tutto le premesse, mantenendo solo la parte del documento con cui il Consiglio era sollecitato a impegnare l’amministrazione a confermare il sostegno alla famiglia Regeni e a sollecitare il nuovo Governo a supportare la magistratura della Capitale nello svolgimento delle indagini.

Un ripensamento quello del Pd che è stato però giudicato tardivo e incompleto (visto che il riferimento al presidente della Camera non era scomparso) dalla maggioranza a ranghi serrati. O quasi. Per una mediazione in aula si è speso il capogruppo della Lega Federico Razzini, la cui richiesta di una sospensione per fare il punto all’interno del centrodestra è stata però di fatto cassata sonoramente dalla dura posizione assunta dal sindaco Anna Cisint e sostenuta poi dal resto della coalizione.

Il capogruppo leghista non l’ha presa bene, disattivando la propria postazione di voto, uscendo dall’aula e dando dei “fifoni” e dei “dilettanti” ai colleghi di maggioranza. Nel subbuglio successivo è scattata quindi la richiesta di Omar Greco di Art.1-Mdp di verificare il numero legale, mantenuto in sostanza dalla presenza di Suzana Kulier di Alternativa per Monfalcone-Progetto Fvg, dopo l’uscita dall’aula di tutto il centrosinistra. «La solidarietà alla famiglia è immensa e l’amministrazione vuole esprimerla a tutte le vittime di una violenza analoga – ha detto il sindaco –, ma ritengo oggi sbagliato approvare una mozione che è nata con un altro motivo. Credo sia un brutto messaggio per il Consiglio comunale e l’amministrazione accettare una provocazione su un tema del genere».

La capogruppo dem Lucia Giurissa ha respinto da parte sua al mittente le accuse di strumentalizzazione, sottolineando come fosse importante raggiungere l’obiettivo, cioè ribadire ancora una volta il sostegno alla famiglia e alla magistratura nella ricerca della verità sulla morte del giovane ricercatore di Fiumicello. Anche Forza Italia ha invece parlato di un documento studiato «con l’obiettivo di portare in quest’aula in modo strumentale lo scontro politico invece della ricerca della condivisione», come ha affermato il consigliere Ciro Del Pizzo. Non ritirato, il documento è stato quindi bocciato. —

Argomenti:regeni

Riproduzione riservata © Il Piccolo