Badanti arruolabili negli ospizi. Solo a Trieste sono 106 i morti
L’Asugi apre a una soluzione inedita visti i troppi operatori sanitari ko per il virus. Toso (Cgil): «Preoccupante ricorrere alle colf». Intanto la conta dei decessi sale
L'Itis di Trieste
TRIESTE Oltre cento operatori socio sanitari positivi al coronavirus nelle case di riposo triestine e la parallela difficoltà a reperirne altri per far fronte all’emergenza. E così l’Azienda sanitaria valuta la possibilità di mandare in trincea semplici badanti, in grado di svolgere attività di assistenza di base ma non addestrate per lavorare in situazioni di rischio biologico. L’ipotesi è confermata dalla Regione e ritenuta dai sindacati prova della crisi organizzativa nelle residenze per anziani, mentre in città i morti salgono a 106, più della metà del totale del Friuli Venezia Giulia.
Dopo il primo focolaio nelle residenze comunali Serena e Gregoretti, a Trieste è stata la volta di Itis, Emmaus, Primula, Antonella e Mademar, solo per citare i casi più noti di un’epidemia che secondo i dati dell’Asugi riguarda per ora 17 realtà. Non bastassero le carenze di dispositivi di protezione e le inadeguatezze strutturali, che rendono difficile isolare gli ospiti ammalati di coronavirus, le strutture devono pure fare i conti con l’assenza di operatori, costretti a stare a casa perché positivi, sintomatici in quarantena o in malattia per altre ragioni. E se la Regione quantifica in settanta solo i dipendenti dell’Itis fuori servizio, pare perfino riduttiva la stima di un centinaio di operatori positivi, in una città che conta ottanta strutture pubbliche e private, per un totale di tremila posti letto.
La Regione ha deciso di mantenere gli ospiti positivi all’interno delle strutture, facendoli seguire da équipe medico-infermieristiche dell’Azienda sanitaria e fornendo anche alcune decine di oss alle case di riposo in difficoltà. Ma la coperta è corta: gli oss senza impiego scarseggiano e, dopo la nuova infornata di operatori decisa dalla giunta davanti all’epidemia, capita che i dipendenti delle residenze vengano chiamati dalle Aziende sanitarie, che stanno scorrendo le graduatorie del concorso regionale. E così, per un assunto nella sanità ospedaliera o territoriale, si crea un buco corrispondente nella rete delle case.
Secondo l’Asugi, gli oss al momento in servizio non sono sufficienti e così l’Azienda ha autorizzato il reclutamento di badanti, «se necessario», come recita un documento interno. Il sindacalista della Cgil Virgilio Toso trasecola davanti a una simile possibilità: «Spero davvero che non ci troviamo in una situazione così grave sul piano organizzativo. Impiegare colf nelle case di riposo è sinonimo di un quadro estremamente preoccupante sul piano del reperimento del personale». Il vicepresidente Riccardo Riccardi non smentisce l’opzione: «Il problema di individuare personale con competenze è sicuramente rilevante. Settanta dipendenti sono fermi solo all’Itis. Le Aziende mandano ad ogni modo infermieri e oss nelle case di riposo. Il nodo è particolarmente difficile a Trieste».
Dopo aver previsto trasferimenti di pazienti in realtà private come Salus e Sanatorio triestino, il direttore generale Antonio Poggiana ha dato mandato di censire gli ulteriori posti letto disponibili all’ospedale Maggiore (a cominciare dalla palazzina infettivi) e di fare sopralluoghi per autorizzare e accreditare in modo provvisorio alcune nuove strutture che ne hanno fatto richiesta, anche se non è chiaro quali nuove realtà possano essersi organizzate nel pieno dell’emergenza.
Pasquetta segna intanto la crescita a 2.482 dei contagiati da inizio epidemia, con un incremento di 51 su domenica: 916 a Trieste (+26 dopo il +18 di domenica), 884 a Udine (+11), 547 a Pordenone (+8) e 127 a Gorizia (+4). I guariti arrivano a 973 (+63), ma si registrano altri 8 decessi, che assieme ai 10 di domenica, portano il totale a 203: Trieste guida la mesta classifica con 106 morti, poi Udine con 57, Pordenone con 37 e Gorizia con 3. Occupati “solo” 30 dei 99 letti di terapia intensiva Covid-19 (+2), mentre sono ricoverati in altri reparti 159 pazienti (-1). Le persone in isolamento domiciliare sono 1.118 (-20).
Rispetto al tema delle case di riposo, il Pd chiede con Mariagrazia Santoro di «uniformare le prassi cliniche e assistenziali», mentre Italia viva domanda che «il personale sanitario venga ricompensato prevedendo un’adeguata indennità a compensazione del rischio cui è sottoposto nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali». Walter Zalukar (Misto) invoca infine tamponi su tutto il personale delle case di riposo. —
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