Baby sitter introvabili, genitori in affanno

Orari scolastici e attività ridotti: la richiesta di tate aumenta e quelle con esperienza e tempo hanno già l’agenda piena
Baby sitter in azione: una bambina assieme alla propria tata
Baby sitter in azione: una bambina assieme alla propria tata

TRIESTE È diventata una vera impresa trovare a Trieste una baby sitter con un minimo di esperienza o comunque in grado di dare garanzie anche per la gestione di un bimbo molto piccolo.

Orari scolastici ridotti, attività extrascolastiche a singhiozzo, servizi del doposcuola gestiti da cooperative o da comitati di genitori con prezzi lievitati e posti ridotti hanno fatto crescere la richiesta di tate. Senza contare che ci sono diverse famiglie che, vista la situazione di incertezza, hanno preferito quest’anno non mandare i figli al nido o alla materna. I nonni, quando ci sono, fanno quello che possono ma non sempre sono in grado o hanno il tempo di accudire per tante ore i nipotini.

Quella della baby sitter è una professione che non richiede una specifica preparazione o una certificazione di idoneità, bensì esperienza, pazienza, disponibilità e serietà. Fondamentale per la ricerca di una tata è il passaparola, che consente di affidare i propri figli a qualcuno che ha già dato prova di indiscusse capacità. Le baby sitter più conosciute a Trieste hanno l’agenda ormai piena. «Già da fine maggio ho iniziato a vedere più che quintuplicata la richiesta di disponibilità», racconta Elisabetta Pietrangeli, 46 anni e un figlio ormai grande, e che da 15 anni opera come tata. «Il bonus babysitter è stato una vera ancora di salvataggio per tanti genitori – sostiene –, ha spinto tante famiglie a regolarizzare il rapporto con chi tiene i bambini e ha dato la possibilità di lavorare, magari per poche ore alla settimana, anche a tante persone che grazie a questa attività arrotondano le entrate in famiglia o contribuiscono a pagarsi gli studi».

La più importante piattaforma specializzata nella ricerca di baby sitter in tutta Italia e Sitly.it, che anche per la provincia di Trieste propone decine di profili con tanto di giornate di disponibilità lavorativa, esperienze, referenze.

Martina, 23 anni, studentessa universitaria, ha inserito il suo annuncio sullo stesso portale da pochi mesi. «Ho avuto molte richieste di colloquio – testimonia – ma avendo ora ripreso gli studi non riesco a dare grande continuità come, invece, ora spesso viene richiesto. Faccio la baby sitter da quando avevo 19 anni, ma dopo l’emergenza coronavirus le esigenze delle famiglie sono molto cambiate». La giovane spiega che «se prima mi chiedevano di tenere i bambini qualche ora la sera in modo da poter uscire a cena, andare al cinema o comunque un paio di volte alla settimana, ora la richiesta più frequente è quella di garantire prestazioni giornaliere, concentrate prevalentemente al pomeriggio».

In media una baby sitter a Trieste chiede 8 euro all’ora. La cifra però può variare a seconda di quelle che sono le esigenze della famiglia e delle mansioni attribuite alla tata, da quella di accompagnare o recuperare i bimbi a scuola a quella di preparare i pasti.

«Queste figure professionali fanno comunque riferimento al Contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore domestico – spiega Andrea Cum, coordinatore regionale Caf Cisl –. Lo strumento attraverso il quale è possibile pagare queste prestazioni è il Libretto di famiglia nato per consentire il pagamento da parte dei privati di prestazioni di lavoro occasionale. Il costo lordo per un’ora di lavoro resa in regime di Libretto di famiglia – conclude – non può essere inferiore a 10 euro lordi, equivalenti a otto euro netti». —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo