Azzerati i fondi per le scuole private
Nessun contributo per le scuole paritarie. Il capitolo 5219 della Finanziaria, al momento, è a zero. Il sistema associazionistico, tenuto fuori dalle decisioni perché «apprende il fatto dalla stampa», si dice «preoccupato», nonostante le immediate rassicurazioni della giunta Serracchiani, che promette di intervenire in assestamento, analogamente all’anno scorso. Ieri il Consiglio regionale ha chiuso il penultimo giorno di dibattito e voto in Commissione. Con altre tre novità: i fondi per i lavori pubblici dei Comuni stretti dal Patto di stabilità, la liquidazione di Agemont e la norma in materia elettorale che mette ordine alla giungla di manifesti nelle città. L’opposizione, nel frattempo, fa quadrato e prepara una “contro finanziaria”.
Niente fondi alle paritarie
Il capitolo per il sostegno alle rette delle scuole paritarie è azzerato. Stesso schema del 2013, con la giunta che era poi corsa ai ripari piazzando un contributo di 500mila euro nella manovra estiva di luglio, sebbene l’Associazione genitori scuole cattoliche (Agesc) ne avesse chiesti 800, visto che nel 2012 il contributo ammontava a 1,4 milioni di euro. Se in Italia l’88% delle scuole è rappresentato dalle “statali”, con circa 8 milioni di iscritti, e il 12% dalle “paritarie”, in Fvg la quota delle private è pari al 4% del totale.E, stando al 2012, a beneficiare del bonus per l’abbattimento delle rette sono state 2.917 famiglie: il 70% di quelle che hanno iscritto i figli alle private.
La polemica
L’assessore Loredana Panariti difende le scelte in tema di welfare: «In Finanziaria sono previsti 2,5 milioni per le materne non statali e 8,5 per l'anticipo alle scuole paritarie dei fondi statali. Siamo l'unica regione italiana che anticipa i finanziamenti - rimarca -. Manca il contributo alle famiglie per l'abbattimento della retta, ma provvediamo in assestamento». Conferme arrivano anche da ambienti del Pd e Sel. Ma l’Agesc, preoccupata, risponde portando altri numeri: «Fino al 2006 gli stanziamenti della Regione consentivano di coprire in media il 50% delle rette - sottolinea il presidente Matteo Cornacchia - ora invece il 25%. Tutto ciò a fronte di un aumento delle tariffe. Le iscrizioni quindi calano e così si rischia la chiusura di strutture».
Comuni e elezioni
La giunta, su impulso dell’assessore Mariagrazia Santoro, ha ripartito 1 milione di euro a titolo di anticipo per i Comuni che, a causa dei limiti di spesa del Patto di stabilità, non possono avviare lavori pubblici. Sono circa 3mila le opere ferme e solo una minima parte è stata sbloccata grazie agli ultimi provvedimenti. La somma è un fondo di rotazione che permetterà agli enti di chiudere la fase progettuale dei cantieri. La giunta, inoltre, ha recepito le norme dello Stato in tema di elezioni: da una parte accorcia da 5 a 2 le giornate di apertura straordinaria degli uffici comunali per chiedere i duplicati delle schede elettorali, dall’altra riduce gli spazi pubblici per i manifesti, in una proporzione parametrata al numero di abitanti.
Agemont
La giunta sceglie la Finanziaria per mettere in legge la chiusura di Agemont. «Finora era prevista l’incorporazione in Friulia - commenta l’assessore Francesco Peroni - ora abbiamo avviato il processo di liquidazione. Un atto dovuto, visto il dissesto economico in cui versava quella realtà». Luca Ciriani (FdI) nel frattempo continua a criticare l’assegnazione di 23 milioni di euro al Sincrotrone e propone di usare parte della cifra per ristrutturale scuole e ospedali.
Lo scontro
«Nessun finanziamento agli amici degli amici - puntualizza Peroni -. Rispetto alla Finanziaria per il 2013, gli interventi puntuali sono passati da ben 211 a soli 19, ridotti anche rispetto al precedente bilancio, quello per l'anno in corso, che ne annoverava 22. Questa netta contrazione è frutto della migliore tecnica legislativa adottata». Ma il centrodestra affila le armi. Oggi dal vertice tra Fi, Ncd-FdI, Ar e Lega, uscirà la “contro finanziaria” dell’opposizione. M5S è invitato ad allearsi. «Le nostre proposte saranno strutturali - anticipa Alessandro Colautti - su pressione fiscale e lavoro».
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