Azione del Wwf per fermare la strage di rospi sul Vallone

Volontari muniti di secchi e torce hanno trasportato gli animali da una parte all’altra della strada. Alla Regione chiedono di realizzare mini-sottopassi
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-14.03.2013 WWF-aiuto per attraversamento rospi-Lago di Doberdò-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-14.03.2013 WWF-aiuto per attraversamento rospi-Lago di Doberdò-foto di Katia Bonaventura

DEL LAGO. «Fermiamo la strage di rospi, sono animali che difendono l’equilibrio della natura, indispensabile per la riproduzione di flora e fauna e la protezione della specie umana». E’ l’accorato appello lanciato dal Wwf agli amministratori locali e agli automobilisti invitandolo a utilizzare solo piccoli accorgimenti per salvare rane e rospi, che a centinaia muoiono schiacciati sulle strade tra marzo e aprile, periodo di riproduzione della specie, quando le femmine si spostano per raggiungere gli stagni dove deposita le uova che il maschio poi feconda. «Il flusso migratorio dei rospi comuni, del tipo cioè bufo-bufo – come spiega la naturalista Nicoletta Magrin che segue le operazioni di recupero – avviene in genere nelle ore che seguono il crepuscolo e con il buio, quasi sempre fino alle 22 in particolare con la pioggia, in corrispondenza di luoghi dove ai lati della strada si trovano piccoli canali di acqua piovana o piccoli stagni. Il rospo maschio, di stazza nettamente inferiore rispetto alla femmina, resta attaccato in groppa alla rana che è molto più grande perché ha le uova e assieme raggiungono l’acqua, luogo ideale per la riproduzione. Sempre se riescono ad arrivare sani e salvi viste le insidie della strada. Un danno, la strage di batraci, perché nel loro ciclo naturale di vita divorano soprattutto zanzare e altri insetti dannosi all’agricoltura». Anche l’altra sera(e per tre volte alla settimana) una “task-force” formata da diversi volontari, compresi quelli della Società studi carsici “Lindner” di Ronchi, armati di torce, secchi, guanti di lattice e stivali, dalle 19.30 in poi è stata impegnata a difendere la specie. I volontari hanno rastrellato, infatti, le zone a rischio del Vallone nei pressi di Jamiano in località Bonetti e in particolare in via Trinko che costeggia il Lago di Doberdò. In un paio di ore hanno raccolto una cinquantina di rane e rospi, salvandoli da morte certa, mettendoli nei secchi e portandoli sul lato opposto della carreggiata per raggiungere incolumi il lago di Doberdò, luogo privilegiato per la deposizione delle uova. Anche l’altra sera, purtroppo nella zona i volontari hanno trovato sull’asfalto molti morti sotto le ruote delle auto. «Abbiamo presentato più volte in alla Direzione parchi e foreste della Regione – afferma il presidente del Wwf isontino, Claudio Siniscalchi – un progetto che consiste nella realizzazione nelle zone di maggior transito di rane e rospi, una sorta sottopasso preceduti da barriere naturali per convogliare il flusso dei rospi in un un attraversamento sicuro». «In sostanza – continua Siniscalchi- si tratta di tubi in cemento a forma quadrata con un lato da 30-40 centimetri che passano sotto il manto stradale da una parte all’altra della carreggiata. Pur essendo spese veramente minime, non abbiamo mai avuto una risposta». Ai Comuni interessati dell’Isontino, invece, viene chiesto di segnalare il fenomeno con cartelli simili a quelli si trovano all’Isola della Cona, di ridurre la circolazione nelle zone a rischio e di imporre agli automobilisti un limite di velocità».

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