Aziende e club, l’esodo da Porto Vecchio
Ci sono le realtà private oggi insediate sul Molo Tre, che stanno trattando con Portocittà. C’è la Crismani sul Molo Zero, destinata a trasferirsi sul Canale Navigabile. E ci sono operatori pubblici di sicurezza che non hanno ancora ricevuto informazioni su cosa prospetta il futuro per loro, in termini di sede (ne riferiamo a fianco). Poi, più lontani dal mare ecco alcuni casi particolari come quello dell’Istituto di cultura marittima portuale, fondazione partecipata al 100% dall’Autorità portuale, o della Cooperativa Primavera, che invece è in liquidazione. È l’universo del Porto Vecchio, segnatamente dell’area da 44 ettari di superficie data in concessione alla srl che raggruppa Maltauro, Rizzani-De Eccher, Banca infrastrutture innovazione e sviluppo del gruppo Intesa Sanpaolo e Sinloc - Sistema iniziative locali, partecipata dalle principali fondazioni bancarie e da Cassa depositi e prestiti. I lavori di riqualificazione del comprensorio - destinato a ospitare spazi nautici, residenze, negozi e centri direzionali - partiranno nel 2013 (a parte alcune opere nella porzione verso Barcola, al via prima) per proseguire lungo un periodo di dieci anni. Chi occupa oggi degli spazi nell’area dovrà trasferirsi altrove.
Oltre a Tripmare (si veda l’articolo in basso), sul Molo Tre opera il terminalista Tergestea, il cui amministratore è Guido Valenzin, presidente degli spedizionieri triestini. «Stiamo definendo la situazione con Portocittà - spiega Valenzin - che è disponibile a farci restare ancora. Mentre il cronoprogramma dell’Autorità portuale prevede invece il termine della fine di aprile. Pare che la stessa Authority sia disposta a concedere un prolungamento». Alternative per la prossima sistemazione? «Al momento non ne abbiamo», aggiunge Valenzin. Tergestea opera su uno spazio da settemila metri quadrati, conta 28 dipendenti tra amministrativi e chi lavora sul campo nelle attività portuali.
Sul Molo Tre altre tre ditte: la Bevagna srl, che si occupa di spedizioni, la Società servizi marittimi Arnaldo Bevagna srl Sosemar che assicura servizi tecnico-nautici previsti dal Codice della navigazione per i porti, e la Albass, impegnata in trasporti e spedizioni specie in collegamento con l’Albania. Arnaldo Bevagna, amministratore dell’omonima azienda, specifica di «aver avuto due riunioni con Portocittà» per iniziare a definire la questione e sottolinea: «Se non ho un altro sito dove spostarmi, non me ne vado. I nostri sono servizi fondamentali e l’Autorità portuale deve far lavorare il porto di Trieste». In ballo, proposta dalla concessionaria, pare vi sia l’apertura a una proroga per la permanenza di un ulteriore anno e mezzo al massimo. Vicino, sempre nel Magazzino 6, opera anche la Albass, il cui amministratore Selman Shametaj sintetizza così la situazione: «Noi operiamo per la maggior parte con l’Albania, ma ora le navi collegate al Paese sono state spostate all’ormeggio 57. Chiediamo di poter lavorare alle stesse condizioni degli altri operatori trasferiti lì».
Che il mini-universo del Porto Vecchio abbia le sue particolarità lo si rileva passando anche, lungo la bretella che unisce viale Miramare a largo Santos, davanti all’officina della Cooperativa Primavera, alle spalle dell’Adriaterminal. Spiega il liquidatore Dean Novel: «Ancora per un paio di mesi siamo qui». Si prosegue di qualche metro, sino al portone dell’Istituto di cultura marittima. La direttrice Serena Mizzan rammenta come la fondazione sia «partecipata al 100% dall’Authority»: garanzia di futuro, seppur in altro edificio. Ipoteticamente nel polo museale della Centrale idrodinamica e della sottostazione elettrica, la cui area è esclusa dalla riqualificazione targata Portocittà. Così come i 5 magazzini vicini al Molo Quarto assegnati a Greensisam, l’Adriaterminal (la cui concessione scade nel 2023) e il Dopolavoro ferroviario. Verso Barcola, attorno al terrapieno, si trovano varie associazioni: il Club del Gommone, già rivoltosi al Tar, e, adiacenti, il Surf Trieste e la sezione surfistica del Cral porto. Senza dimenticare lo spicchio che riguarda la Società velica di Barcola e Grignano su cui non vi sono tensioni. In attesa, anche qui, di una soluzione alternativa.
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