Avvocato positivo, Tribunale di Trieste in ansia. Da oggi sospese le udienze

A Trieste nei giorni scorsi il legale è stato spesso a Palazzo. Il decreto rinvia tutto a eccezione delle attività più urgenti
Lasorte Trieste 19/11/17 - Via Giustiniano
Lasorte Trieste 19/11/17 - Via Giustiniano

TRIESTE La notizia di un avvocato del Foro di Trieste positivo al Covid-19 ha messo in agitazione il Tribunale. Le condizioni del legale non sono preoccupanti (sarebbe già in via di guarigione), ma a impensierire colleghi, magistrati e personale amministrativo è il fatto che il professionista nei giorni scorsi ha frequentato vari ambienti giudiziari. Potrebbe aver avuto contatti ravvicinati con giudici e pm, oltre che con i suoi clienti e altri avvocati.



Ieri mattina un giudice penale, che aveva preso parte a un’udienza in cui era presente anche il legale contagiato, ha telefonato al numero di “pubblica utilità” 1500. Al magistrato è stato suggerito di «fare sorveglianza passiva». Tradotto: misurare la temperatura due volte al giorno, stare attento a possibili sintomi e, in caso di rialzo febbrile o altri sintomi di difficile interpretazione, auto isolarsi e chiamare immediatamente l’Azienda sanitaria. Il giudice, comunque, sta bene e si recherà regolarmente al lavoro.

Ad oggi non si sa con assoluta precisione quali sono i magistrati, gli avvocati e i dipendenti amministrativi che il legale con il virus ha incontrato prima di accorgersi del contagio. Ma non è stata segnalata alcuna situazione particolare.



L’Ordine degli avvocati di Trieste è al corrente del caso. E attende le contromisure da parte dei vertici dell’amministrazione giudiziaria. «Le possibilità di contagio stanno aumentando in vari contesti sociali e di lavoro – osserva il presidente Alessandro Cuccagna – è certamente una situazione problematica. L’Ordine auspica l’adozione di misure rigorose. Il consiglio che diamo ai colleghi è di contingentare al massimo i contatti negli studi legali. È inoltre auspicabile la sospensione delle udienze limitandosi solo a quelle urgenti è una questione di buon senso. È una situazione di emergenza, si deve tutelare tutti».



Una questione che è già stata affrontata nell’ultima settimana e che si sta sbloccando in queste ore. È di ieri sera la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto legge del governo emanato dal Presidente della Repubblica “Misure straordinarie e urgenti per contrastare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria”. Indica le misure da adottare nei tribunali a partire da oggi: «A decorrere dal giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto (oggi, ndr) e sino al 22 marzo – si legge all’articolo 1 – le udienze civili e penali pendenti presso tutti gli uffici giudiziari, sono rinviate d’ufficio a data successiva al 22 marzo (ad eccezione, ad esempio, delle convalide di arresto e fermo o udienze nei procedimenti i cui sono state applicate misure cautelari). È prevista inoltre «la limitazione dell’accesso al pubblico» (ma «garantita alle persone che devono svolgere attività urgenti»), la limitazione degli orari di apertura al pubblico degli uffici, la «celebrazione a porte chiuse delle udienze».

Il presidente della Corte d’Appello di Trieste Oliviero Drigani precisa: «Dal punto di vista operativo si devono predisporre dei protocolli. Lo faremo con una riunione centralizzata per adottare criteri unici a tutti gli organismi. Vanno stabiliti gli orari di accesso agli uffici e altri aspetti organizzativi. L’intenzione è quella di garantire la sicurezza di tutte le persone, cioè di chi lavora e di chi frequenta il palazzo di giustizia, cercando nel contempo di limitare i disagi che il rinvio della risposta di giustizia può comportare per i cittadini e per le imprese». —


 

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