Aveva una moglie di troppo: triestino patteggia cinque mesi
Cinque mesi e venti giorni per pagare il prezzo della bigamia. Si chiama Eduardo Dugoni, 56 anni. Probabilmente è stato, suo malgrado, il solo poligamo triestino.
Ieri mattina ha patteggiato davanti al giudice Enzo Truncellitto la pena per aver detto due volte «sì» senza avere le carte in regola. Due mogli, una sposata molti anni fa in Italia con la quale il rapporto si era concluso, e l’altra etiope incontrata in Africa e poi lì impalmata.
La pena sospesa di cinque mesi e venti giorni è stata definita dall’accordo tra il pm Matteo Tripani e il difensore Maria Genovese. È stato in fin dei conti il danno minore che ha comunque messo la parola fine a una vicenda incredibilmente assurda e paradossale in una società in cui i rapporti di coppia sono sempre più frequentemente riferiti alla convivenza. Eppure il rischio per Dugoni, codice alla mano, è che per l’accusa la bigamia la condanna può arrivare fino a cinque anni di reclusione.
La vicenda paradossale e assurda ha avuto come prologo il fallimento del matrimoio in Italia. Poi Eduardo Dugoni è andato in Africa e ha cominciato una nuova vita con una giovane donna etiope R.K., le sue iniziali, 36 anni, incontrata all'ambasciata italiana di Addis Abeba, dove la donna lavorava. Ed è stato con questa donna che Dugoni tre anni fa ha iniziato appunto una nuova vita. Si è sposato in Africa e poi è tornato a Trieste ignaro dei guai che poi gli sarebbero piovuti in testa.
È andato in Comune, ha consegnato le carte del matrimonio. Ed è stato a questo punto che l'ufficiale di stato civile del Comune si è accorto che c’era già una signora Dugoni. E due in effetti, erano troppe. Da qui inevitabile è scattata la segnalazione alla Procura per l'uomo accusato di avere con due mogli. Poligamo insomma. Poi sono scattate le indagini del pm Tripani che si sono concluse con il rinvio a giudizio di Eduardo Dugoni per bigamia.
Già nel 2008 Dugoni aveva tentato di portare a Trieste la sua allora fidanzata che era arrivata in Italia esibendo alla frontiera un visto turistico. Scaduti i termini l’uomo aveva fatto l'impossibile per far sì che la donna non tornasse nel suo Paese.
Si era presentato in Questura ma non c'era stato nulla da fare. È una clandestina, gli hanno detto. Deve andarsene dal’Italia. Se vuoi stare con lei devi raggiungerla in Africa. Lui l’ha “nascosta” in città. Tant’è che in quell’occasione si era anche “guadagnato” sul campo una denuncia per favoreggiamento dell'immigrazione illegale come fosse stato un passeur. E in breve la situazione era precipitata e la sua donna era stata espulsa dopo un soggiorno al Cpt di Bologna.
Ma l’uomo non si è perso d’animo. Pur di non perderla è andato lui in Etiopia dove appunto è convolato a nozze dicendo “sì”, davanti all’ambasciatore all’interno della rappresenranza diplomatica ad Addis Abeba. Troppa passione. Perché non sapeva che per sposarsi una seconda volta era necessario essere già divorziati.
E questo è stato l’equivoco che lo ha messo nei guai. Con la precedente moglie Dugoni si era solo separato. Lui l’aveva cancellata dalla sua mente. Ma sui documenti depositati allo Stato civile era rimasto il nome della donna.
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