Autostrade, Zagabria pensa alla vignetta
ZAGABRIA. Le autostrade sembrano essere l’eterno cruccio dei governi croati. Dopo mesi di silenzio nuovamente ora nei corridoi del ministero dei Trasporti a Zagabria si ricomincia a parlare di introduzione del sistema delle vignette sui 1.288 chilometri della rete autostradale nazionale.
A confermare che qualche cosa bolle in pentola è stato lo stesso ministro dei Trasporti, Siniša Hajdaš Doncic il quale sulla sua pagina Facebook ha scritto che il governo croato assieme alla Banca internazionale sta studiando il modello migliore per avere la massima monetizzazione dalle autostrade croate, valutando anche l’introduzione delle vignette, dei chip o di qualche altro modello di pedaggio.
Chi ha presentato al ministro Doncic uno studio relativo al sistema di pedaggio con vignette è stato Goranko Fižulic, l’ex ministro delle Finanze durante il governo di Ivica Racan, studio dal quale si evince, cifre alla mano, che il “bollino” sarebbe molto più remunerativo per la società che gestisce le autostrade (Hac).
E lo studio prende come modello quello della Dars, la società autostradale della vicina Slovenia. E così Fižulic, come riporta il quotidiano lubianese Delo, ha spiegato che la Dars che complessivamente gestisce 607 chilometri di autostrada nel 2013 ha incassato 327 milioni di euro mentre la Hac in Croazia, lo stesso anno e con più del doppio di chilometri di autostrade, ha incassato appena 185 milioni di euro. Inoltre Fižulic fa notare come la Dars abbia 1.237 dipendenti mentre la Hac ne conta 2.503 di cui un terzo lavora sulle autostrade o nei caselli per il pagamento del pedaggio.
In effetti le autostrade, o meglio le due società che le gestiscono, la Hac e la Arz (autostrada Zagabria-Fiume), sono una vera palla al piede per la Croazia in quanto insieme hanno sulle spalle un debito di oltre 4 miliardi di euro. E lo Stato croato è stufo di emettere garanzie bancarie per permettere che le due società (statali peraltro) attingano a nuovi prestiti che diventeranno a loro volta inesigibili per le catastrofiche condizioni economiche in cui versano.
Così dallo scorso anno l’esecutivo Milanovic ha iniziato l’iter per dare in concessione per 30 o 50 anni le autostrade sperando di incassare dall’operazione dai 2,4 ai 3,2 miliardi che avrebbero fatto molto comodo alle vuote casse dello Stato. Contro il progetto di privatizzazione tramite concessione si sono schierati compatti i sindacati della Croazia che hanno minacciato un referendum contro il progetto del governo. Risultato? Tutto è finito in una bolla di sapone, di concessioni, per ora, non si parla più ma si sta ragionando su un fantomatico “Piano B”. Ma quale esso sia non lo sanno nemmeno al governo.
Sta di fatto che il discorso vignette si riapre soprattutto nel periodo estivo quando per il massiccio afflusso di turisti ai caselli della rete autostradale croata si formano interminabili code.
Ma a frenare ci pensa anche la società Hac la quale a sua volta ha fatto un’analisi sul sistema del bollino e ha decretato che il progetto che prevede un prezzo che oscilla dai 10 ai 40 euro per una validità di dieci giorni porterebbe meno soldi nelle casse della società di adesso in quanto si registrerebbe, visto il prezzo, un calo del traffico.
C’è poi il non trascurabile problema che parte delle autostrade croate, leggi Ipsilon istriana e la Zagabria-Macel, sono già in concessione per cui l’introduzione del fantomatico bollino comporterebbe una rinegoziazione delle concessioni vigenti le cui non trascurabili spese ricadrebbero sullo Stato e sul contribuente croato.
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