Autostrade croate, buco da più di 4 miliardi di euro
ZAGABRIA. Sono da sempre uno dei buchi neri del bilancio dello Stato croato. Stiamo parlando delle autostrade, una rete di poco più di mille chilometri che ha accumulato debiti per 4 miliardi di euro e, solo quest’anno, si dovranno pagare 580 milioni di euro tra mutuo e interessi.
Nel cercare di risolvere il problema si sono impegnati già alcuni governi del passato ma senza cavare un ragno dal buco. Molto si è parlato di concedere la rete autostradale in concessione (come avviene già per la Ipsilon istriana), operazione dalla quale si stimava si potessero recuperare tre miliardi di euro. Ma tra polemiche e vere e proprie insurrezioni popolari, non si è fatto nulla con il debito che cresce di mese in mese.
Tempo fa si era pensato anche di introdurre il sistema delle vignette, già operativo da anni in Slovenia, ma i governi che si sono succeduti hanno sempre balbettato su questa iniziativa anche se si sono fatti studi a proposito. Adesso l’ultima novità è che la Banca europea per lo sviluppo (Bers) ha incaricato la società inglese di consulenza Atkins (il costo della commessa è di circa 500mila euro) di operare uno studio su come trasformare la società statale croata che gestisce la rete autostradale (Hac).
Ebbene i risultati sono poco rassicuranti soprattutto per i dipendenti delle Hac. Secondo gli analisti inglesi, infatti, andrebbero licenziati almeno 1.500 degli attuali dipendenti (la Hac assomiglia un po’ alle Ferrovie dello Stato di un tempo in Italia quando a Reggio Calabria, ad esempio, non c’era famiglia che non avesse tra le sue fila un ferroviere) e i pedaggi nei fine settimana e durante la stagione estiva andrebbero aumentati.
Andrebbe poi drasticamente diminuito il numero dei vigili del fuoco che giornalmente sono operativi lungo le autostrade 24 ore su 24 e anche il numero degli addetti alla manutenzione ordinaria della rete che attualmente percorrono i tratti di loro competenza ben 4 volte al giorno. In Inghilterra, si legge nel rapporto della Atkins reso noto dal quotidiano sloveno Delo, le stesse squadre operano una sola volta nelle 24 ore senza bisogno di girare su e giù per tre o quattro volte al dì.
Per quanto concerne le vignette c’è da sottolineare che il ministro per i Trasporti dell’attuale governo tecnico croato, Oleg Butkovic ha dichiarato che lo studio sull’introduzione di tale sistema di pedaggio sarà reso noto entro la fine dell’anno in corso, dimenticandosi però di aggiungere che a quell’epoca ai Bansko dvori ci sarà un nuovo esecutivo con le sue idee in merito alla gestione autostradale.
Ricordiamo che la realizzazione dell’autostrada cosiddetta “Dalmatina” sono stati spesi qualcosa come 3,2 miliardi di euro. Il giorno dell’inaugurazione in Croazia c’è stata una sorta di festa nazionale. Festa durata poco visto che solo pochi giorni più tardi sono apparse le prime notizie che parlavano di ingenti somme di denaro che invece di essere utilizzate per la realizzazione dell’importante infrastruttura sono finite nele tasche di singoli imprenditori impegnati nella costruzione. Si è parlato dell’implicazione nel malaffare anche di alti dirigenti di enti pubblici e addirittura di politici, ma tutto è finito a tarallucci e vino.
Adesso però il conto già salato alcuni anni or sono, sta diventando decisamente ingestibile dalle scarse risorse finanziarie dello Stato e, quindi, una soluzione si dovrà trovare e a breve. A questo punto sembra che lo studio di Atkins potrebbe avere il sopravvento con il terrore dei dipendenti delle Hac e degli automobilisti che nei week-end e d’estate potrebbero pagare pedaggi decisamente più salati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo