Autostima e divertimento: le virtù dell’ippoterapia

A Rupinpiccolo Equilandia organizza corsi di ogni tipo con cavalli pazienti e preparati a fare i conti con gli umani



Si trova a Rupinpiccolo, in Carso. È la sede di Equilandia Aisa Trieste, associazione sportiva dilettantistica Onlus, convenzionata con l’AsuiTs. Offre la possibilità di fare attività con persone soggette a disagi fisici, psichici, sensoriali o sociali. Ma è anche aperto ai bambini, spiega Maria Kufersin, fisioterapista in pensione, che oggi si occupa dei cavalli e segue le iniziative dell’associazione.

Offrite anche attività con finalità terapeutiche?

Proponiamo anche ippoterapia, ma ci piace chiamarla attività assistita con i cavalli, interventi educativi o abilitativi. L’attività terapeutica richiede dei criteri specifici, un progetto terapeutico iniziale e uno finale. In genere noi abbiamo dei progetti un po’ più ampi, non solo quello sanitario. Con gli animali si possono fare tante attività, educative, sportive, ricreative, terapeutiche.

La scuderia che vi ospita è di proprietà dell’associazione?

No, non è nostra, siamo in comodato d'uso gratuito. La proprietaria ce l’ha concessa senza spese, in cambio noi ci occupiamo dei suoi quattro cavalli.

Quanti cavalli avete?

Dieci, ma ne utilizziamo solo otto per le nostre attività. In più abbiamo altri due cavalli che ci sono stati regalati da un privato: stiamo vedendo se possiamo utilizzarli. E infine ci sono i quattro cavalli della signora e l’asinella di una socia.

Prima di iniziare le attività con le persone, i cavalli devono venire addestrati?

Sì. I cavalli sono liberi. Qui hanno uno spazio grande, sono sempre all'aperto. Stanno sempre insieme e se un cavallo vive in branco, è più contento. Inoltre manteniamo i carichi di lavoro bassi: alla fine di ogni turno c’è un momento di rilassamento. Sono più sereni perché passano la vita in un ambiente senza stress. Di conseguenza sono meno impulsivi e più tolleranti a quello che chiediamo.

Che cosa facevano prima di venire impiegati in queste attività?

Facevano varie cose. Uno era un cavallo sportivo che lavorava con i bambini, faceva salti. Per evitare il frustino, aveva imparato a fare il salto anche senza comando. Un altro era un cavallo libero che doveva andare al macello, perché nessuno poteva occuparsene. Un altro era rinchiuso in una piccola stalla.

Come viene scelto il cavallo per un determinato paziente?

Ci sono vari modi. Principalmente guardando l'indole, le capacità empatiche del cavallo: per un ragazzo agitato va trovato un cavallo che non abbia paura dell’agitazione.

Andare a cavallo fa bene anche psicologicamente.

Esatto. Il rapporto tra uomo e animale fa bene a entrambi: l’animale, tramite l’uomo, ha cibo, sicurezza, affetto, salute. Cose che da solo non riesce a procurarsi e che l'uomo può dargli. L’uomo invece, con l’aiuto dell’animale, rafforza la propria autostima. —

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