Autoporto di Fernetti, si riattiva il raccordo ferroviario

Struttura inaugurata nel 2010 ma inutilizzata. Una parte dei treni ro–la sarà trasferita a Fernetti dal Porto nuovo
Di Riccardo Coretti
sterle trieste 21 01 09 primo treno porta container da porto nuovo a fernetti autoporto
sterle trieste 21 01 09 primo treno porta container da porto nuovo a fernetti autoporto

Sarà attivo entro gennaio il raccordo ferroviario che collega l'Autoporto di Fernetti con il resto della rete nazionale e internazionale. La svolta, dopo l'annosa vicenda che si trascinava per una questione di canoni, è stata consentita dal trasferimento di una parte dei treni ro-la (camion su carri ferroviari) dal Porto nuovo. Il traffico sta per partire anche se non è ancora stata fissata una data precisa e per questo motivo non ci sono commenti ufficiali delle parti in causa.

Dell'iniziativa fanno parte, naturalmente, sia Alpe Adria spa (società di logistica partecipata da Trenitalia, Autorità portuale e Friulia) che Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa, in pratica i padroni di casa in quanto gestori della struttura situata nel Comune di Monrupino. Una parte del traffico ro-la - in particolare i camion con autisti a seguito - verrà dunque spostato dal Porto nuovo liberando così spazio per nuovi traffici. I camion interessati raggiungeranno l'Autoporto di Fernetti una volta sbarcati allo scalo triestino per poi essere trasportati in treno fino a Salisburgo. Lo stesso avverrà per la tratta da Salisburgo a Trieste, tanto da mettere in piedi un traffico di circa 12 treni a settimana.

Due i vantaggi dell'operazione: il decongestionamento di traffico nel Porto; e l'apertura a chiunque volesse utilizzare il collegamento ferroviario per il quale non si era mai trovato un accordo sui canoni tra Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa e Rfi (società delle Ferrovie dello Stato che gestisce la rete). Il raccordo ferroviario – lungo poche centinaia di metri - che separa l'autoporto dal resto del mondo, infatti, era stato inaugurato alla fine del 2010 dopo i lavori costati un milione di euro e finanziati dalla Regione per eliminare una serie di complicati passaggi che comportavano un tempo eccessivo (poco meno di un'ora) per raggiungere la Stazione di Opicina, rendendo il tragitto poco concorrenziale.

Da allora, però, la struttura è rimasta inattiva. Rfi infatti ha applicato una “tassa di raccordo” in considerazione dell'area di competenza dell'Autoporto superiore ai 50mila metri quadrati, e per questo chiede 150mila euro l'anno, che poi si abbasserebbero in funzione dell'aumento del numero di treni. Secondo Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa, invece, l'area da prendere in considerazione sarebbe decisamente inferiore, tanto da far scattare la tariffa dei 50mila euro l'anno, peraltro l'unica sostenibile soprattutto in una fase di avviamento del servizio. Da qui l'impasse, sbloccata ora dall'arrivo dei nuovi treni ro-la.

Con l'apertura del nuovo collegamento cambia di molto la prospettiva di Fernetti e della sua funzione retroportuale, con la possibilità di dare vita a treni blocco diretti verso l'Europa dell'Est, così come a un possibile servizio ro-la (camion su treno) verso il Veneto, area da cui collegarsi sulla direttrice della Germania. Insomma, una vera rivoluzione potenziale per la Terminal Intermodale di Trieste-Fernetti spa che, pur dovendo sborsare la tassa, metterà ora a disposizione della clientela un servizio decisamente migliore con rilevanti possibilità di espansione.

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