Autoporto, corsa contro il tempo per salvarlo

Bilancio in rosso: se si ripeterà per la quarta volta, nel 2017 la società sarà messa in liquidazione
Una veduta aerea dell'autoporto di Gorizia
Una veduta aerea dell'autoporto di Gorizia

«È un problema gestire una stazione confinaria senza... confine». È una battuta, quella del sindaco Romoli, ma inquadra alla perfezione la situazione della Sdag, la società (di cui il Comune è socio unico) che gestisce l’autoporto di Gorizia. Una situazione difficile: il conto economico della Sdag nel 2012 e nel 2013 è risultato in passivo rispettivamente di 268.481 e di 344.400 euro e anche nel 2014 le previsioni non sono positive.

La società cerca di far fronte alla difficile situazione economica operando dei risparmi come la cessazione del contratto di lavoro a tempo determinato per 5 dipendenti che produrrà, entro il 2016, un risparmio di 225mila euro.

Analisi e numeri che sono contenuti nella mozione consiliare “Indirizzi riguardanti Sdag” presentata dal capogruppo del Pd Giuseppe Cingolani e che verrà discussa oggi in consiglio comunale (inizio alle 17.30). «Il problema della Sdag - ammette il sindaco Romoli - è un problema reale. La società è indebolita dal cambiamento storico avvenuto negli ultimi anni. Si tratta di una risorsa importante perché dà lavoro a circa 250 persone fra dirette e indirette. La dirigenza sta lavorando a progetti di rafforzamento del polo del freddo, alla riqualificazione dei magazzini e delle aree dei servizi e di sosta. In ballo ci sono ancora i fondi di Osimo ma è necessario trovare dei finanziamenti-ponte. Il primo aprile incontrerò il presidente di Mediocredito per cercare di ottenere le risorse necessarie. Sono fiducioso. Anzi, devo essere fiducioso».

Sullo sfondo, un rischio reale. «A decorrere dall’anno 2017 - ammonisce Cingolani nella mozione -, in caso di risultato negativo per 4 dei 5 esercizi precedenti, la società dovrà essere posta in liquidazione entro sei mesi dalla data di approvazione del bilancio». Ecco che tutta la questione assume le sembianze di una corsa contro il tempo.

La mozione ha proprio questo obiettivo: velocizzare i tempi e individuare pochi (ma raggiungibili) obiettivi, dando anche il “compito” al sindaco Romoli di contattare la presidente della Regione affinché «la realizzazione del nodo ferroviario di Gorizia-Nova Gorica-Sempeter Vrtojba sia posta fra le priorità del piano strategico delle infrastrutture per la nostra regione, secondo il progetto elaborato da Adria A e dal Gect». Peraltro, l’auspicio è che la Regione «si faccia carico di coordinare un piano strategico per la promozione e lo sviluppo delle infrastrutture logistiche regionali».

Last but not least, la questione del canone di concessione della struttura. Ogni anno la Sdag deve corrispondere al Comune 400mila euro: una cifra pesante in una situazione di bilancio non rosea. «Non è che il Comune possa liberamente dire “togliamo il canone” perché incorrerebbe in un danno erariale - spiega il sindaco -. Bisognerà semmai valutare se i 400mila euro sono ancora giustificati dalla vetustà delle strutture e dalle difficoltà di Sdag ma azzerarlo non è possibile».

Che ne sarà della mozione presentata dal capogruppo del Pd, Cingolani? Troverà anche l’appoggio delle forze di maggioranza? Il primo cittadino formula un auspicio diverso. «La mozione di Cingolani è una cosa seria. Però, è mia intenzione chiedere al consigliere comunale di rimandarla in commissione, approfondire il problema anche alla luce di quello che succederà il primo aprile quando inconterò il presidente di Mediocredito».

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