Automobilisti nel mirino Multe più salate dal 2013
TRIESTE. Infrangere il codice della strada costerà un po’ di più dal prossimo 1° gennaio. Un adeguamento che ogni due anni arriva automaticamente in base all’indice Istat dei prezzi al consumo e che si attesta su un +5,7%, ovvero un paio di euro in più per le multe meno salate fino all’aumento di nove euro per quelle più pesanti.
Con questi rincari, il divieto di sosta passa da 39 a 41 euro, il mancato uso delle cinture di sicurezza da 76 a 80 euro, la sanziona per chi usa il cellulare alla guida da 152 a 161 euro, il passaggio con il semaforo rosso da 154 a 163. Mentre il superamento del limite di velocità fra i 10 e 40 orari passa da 159 a 168 euro. Le associazioni dei consumatori non vedono di buon occhio questo aumento che rischia di mettere ancora più in difficoltà le famiglie.
«I comportamenti scorretti vanno sanzionati: noi siamo a favore delle multe - sottolinea Carlo Rienzi, del Codacons - ma non si può dare addosso ai cittadini in modo così ossessivo». C’è tuttavia uno “sconto” del 20% per chi paga la sanzione entro cinque giorni ma non è una consolazione per i rappresentanti dei consumatori. «Occorre bloccare tutto per tre anni – sostiene Rienzi - scongiurare l'aumento dell'Iva. Congelare le tariffe: acqua, rifiuti, autostrade, canone Rai, luce e gas.
Un “decreto antipovertà” che ridarrà ossigeno agli italiani». D’accordo sullo «sterilizzare gli aumenti con un provvedimento politico» anche Gianprimo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor: «Abbiamo le imposte sui carburanti più pesanti d'Europa. Il settore è stremato: il crollo delle vendite ha portato il nostro mercato al livello di 33 anni fa». E per sopperire ai mancati introiti la soluzione la propone Giordano Biserni, presidente dell’Associazione amici della polizia stradale, che punta al gruzzolo derivante dalle multe agli stranieri: «Raramente vengono contestate sul posto e sono milioni di euro che non entrano in cassa. Se l'Italia fosse efficiente nel riscuotere anche le multe degli stranieri, oggi non ci sarebbe motivo di calcare la mano».
Negli ultimi 20 anni ci sono stati ben 9 aumenti delle sanzioni agli automobilisti italiani che hanno portato a un incremento medio delle multe di poco inferiore al 60%. Basti pensare che nel 1993, un divieto di sosta veniva multato "solo" 50mila lire, mentre oggi costa ben 39 euro, ovvero il +31% rispetto a 20 anni fa. Un leggero incremento anche per il superamento dei limiti di velocità, dalle 200mila lire del 1993 ai 168 euro nel 2013 (nel 2012 l’infrazione costava 159 euro). Aumenti considerevoli anche per le altre infrazioni, come per il mancato allaccio delle cinture di sicurezza, che dalle 50mila lire del 1993, passerà agli 80 euro del 2013. Ancora maggiore l’aumento della multa per chi utilizza il cellulare alla guida senza auricolare, dalle 50mila lire del 1993 ai 161 euro del 2013.
L’Asaps, per voce del presidente Biserni, ha chiesto già nei giorni scorsi di evitare l’aumento delle multe visto che il governo Monti non avrebbe avuto bisogno «di nessuna ricerca di entrate di copertura per mancati introiti. Non sono necessari i cosiddetti saldi invariati, in quanto si presume che l’incremento non sia stato già calcolato nei bilanci delle amministrazioni locali o dello Stato. In un momento in cui gli stipendi sono bloccati in ogni programmato aumento – continua Biserni - una misura come quella dell’incremento biennale delle sanzioni pecuniarie appare estremamente sgradevole per gli automobilisti e potrà forse essere ritenuta utile dalle varie amministrazioni che confidano di incassare dalla violazioni della strada una parte delle somme tagliate dalle varie misure di contenimento dei costi».
Quali saranno i benefici per le casse comunali? A Trieste, dove il Comune incassa annualmente circa 5 milioni di euro dalle multe, se la quantità delle sanzioni rimarrà la stessa, ci sarebbe un introito extra tra i 250 e i 300 mila euro.
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