Auto blu, l'ex presidente della Regione Ballaman indagato per calunnia

L'ex leghista finito nei guai per l'uso dell’Audi di rappresentanza fa i conti con nuove contestazioni. La perizia calligrafica inchioda l'ex presidente: la firma sul foglio di viaggio è sua, non dell'autista
Edouard Ballaman
Edouard Ballaman
TRIESTE
Dall'inchiesta per peculato d’uso dell’auto blu a quella per calunnia. Non c'è pace per Edouard Ballaman, l'ex presidente leghista del Consiglio regionale. Il suo nome è stato scritto una seconda volta sul registro della Procura della Repubblica di Trieste. Secondo l'inchiesta avviata dal pm Federico Frezza, Edouard Ballaman per allontanare da sé il sospetto di aver firmato alcuni fogli di missione, durante un interrogatorio subito nell’ambito dell’inchiesta sul peculato d’uso, ha negato che la firma apposta su uno dei documenti di viaggio gli appartenesse.


La perizia calligrafica fatta eseguire dal magistrato inquirente dice invece esattamente il contrario: la firma è dell'ex esponente del partito di Bossi. Dal momento che i documenti di viaggio sono stati trasmessi alla segreteria della presidenza o dalle mani di Ballaman o da quelle dell'autista, secondo la Procura quest’ultimo sarebbe stato calunniato.


Era innocente e Ballaman lo sapeva ma nonostante ciò non avrebbe avuto remore a "chiamarsi fuori" dalla vicenda, spostando indirettamente la responsabilità della vidimazione su chi era al volante dell'Audi A6 ed eseguiva le sue indicazioni. «Andiamo lì»; «Questo sarà l'itinerario»; «Per favore raggiungiamo l’aeroporto».


«Più veloce, sono in ritardo». Ieri mattina, qualche minuto prima delle 9, l'ex presidente leghista, passato al Gruppo Misto alla fine dell’estate scorsa in concomitanza con lo scoppio dell’inchiesta, è stato interrogato - con l'assistenza di un avvocato di fiducia - dal pm Frezza. L'incontro si è concluso un’ora più tardi, con la firma delle copie del verbale e una piccola sosta accanto a una fotocopiatrice. In quel momento il palazzo di Giustizia di Trieste era quasi deserto dal momento che le udienze riprenderanno l'usuale ritmo di celebrazione appena all’inizio della prossima settimana. Ballaman e il difensore sono scivolati via lungo gli ampi scaloni e i corridoi silenziosi. Alle 10 erano già in Foro Ulpiano, a 200 metri di distanza dalla sede del Consiglio regionale che l’attuale indagato per calunnia aveva gestito fino alle 19 dello scorso 8 settembre.


Quella sera, l'Agenzia ufficiale della Regione aveva diffuso in rete il testo dell’addio alla poltrona e al ruolo. «Al solo fine di garantire la mia personale dignità e il prestigio del ruolo istituzionale da me ricoperto, rassegno le dimissioni da presidente». Le sue disavventure politiche e giudiziarie sono state innescate da una settantina di viaggi su cui si è concentrata prima l'attenzione della Procura della Corte dei conti, poi quella della magistratura penale. Per la prima inchiesta, quella per danno erariale, il procuratore della Corte dei conti Maurizio Zappatori ha già chiesto il "rinvio a giudizio" dell’ex presidente e la data dell’udienza sta per essere fissata.


I viaggi indebiti contestati a Ballaman, al di là del suo ruolo istituzionale e quindi a scopi privati, sono una cinquantina e avrebbero procurato un danno alle casse della Regione di 22 mila euro. In una occasione, secondo l’accusa, Ballaman si è fatto accompagnare assieme alla moglie all’aeroporto milanese della Malpensa per la prima tappa del loro viaggio di nozze. Era il 7 gennaio 2010. Un altro trasferimento ritenuto indebito è quello del 7 novembre 2008, quando l’auto blu della Regione, aveva accompagnato dal dentista la futura moglie dell’esponente leghista.


L'Audi blu era stata usata anche per recarsi al ristorante a teatro e nell'abitazione dei suoceri a Camponogara, nei pressi di Dolo, dove erano stati consegnare i biglietti per accadere ad un incontro di rugby. Nell’estate del 2009 alcune "promenade" indebite, sempre secondo l'inchiesta della Guardia di Finanza, avevano avuto come meta finale Santa Margherita di Caorle. Va però aggiunto che un'altra ventina di viaggi, compiuti a bordo dell'Audi A6 tra il 7 maggio e il 18 marzo 2010 e finiti in un primo tempo nel mirino, sono stati riconosciuti dagli inquirenti invece del tutto leciti.


Erano collegati a scopi istituzionali. Va infine aggiunto che nello scorso aprile Ballaman aveva rinunciato all’uso della potente vettura di servizio ma per contropartita aveva ottenuto una indennità mensile di 3200 euro esentasse. A questa inchiesta della magistratura contabile si affianca quella della Procura della Repubblica per peculato d'uso. L’ha avviata il pm Frezza, esattamente come quella per la presunta calunnia che ieri ha indotto l'ex presidente del Consiglio regionale a salire di buon mattino al secondo piano del palazzo di Giustizia e ha presentarsi con un avvocato nello studio del magistrato inquirente. «Sono Ballaman, eccomi qui».


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