Auto blu ad uso privatola Lega "processa" Ballaman
Edouard Ballaman a Reana del Rojale per fornire i primi chiarimenti. Dal quartier generale della Lega le bocche restano cucite, ma secondo alcune indiscrezioni i vertici ritengono che Ballaman non dovrebbe restare a far parte del gruppo consiliare della Lega Nord
UDINE I colleghi di partito si attendono delle spiegazioni, ma non saranno loro a chiedere a Edouard Ballaman di dimettersi. Il presidente del Consiglio, sospettato d’aver utilizzato auto blu e autista per “missioni” personali, oggi a Reana fornirà i primi chiarimenti sulla settantina di viaggi privati a bordo della macchina di servizio. Quei chiarimenti che finora non ha voluto dare, limitandosi a dire, sostenuto dai suoi legali, che sull’elenco svelato dal Messaggero Veneto «ho visto una notevole serie di anomalie e incongruenze». Niente di più.
La vicenda è, sì, istituzionale e giudiziaria, ma soprattutto politica. E si gioca sull’asse Friuli Venezia Giulia-Milano.
Dal quartier generale della Lega le bocche restano cucite, perché la volontà è quella di far sbrogliare il nodo alla segreteria regionale, retta da Pietro Fontanini. Ma alcune indiscrezioni trapelano e fanno sapere che i vertici, molto irritati da quanto sta accadendo, ritengono che Ballaman non dovrebbe nemmeno restare a far parte del gruppo consiliare della Lega. Non solo, quindi, non rivestire più i panni di presidente del Consiglio, lasciando spazio a Maurizio Franz, ma anche optare per un altro gruppo. Una posizione che può trovare riscontro nelle parole del senatore friulano Mario Pittoni, considerato tra i più vicini alla segreteria nazionale del Carroccio e a Umberto Bossi. «Vi risulta che qualche amministratore leghista pescato con le mani nella marmellata sia ancora al suo posto? No – ha detto ieri Pittoni –, perché chi è scorretto si mette automaticamente al di fuori del partito». Il rumore attorno al caso-Ballaman è dunque assordante e il danno d’immagine per il Carroccio considerato senza precedenti.
La preoccupazione, quindi, è che si trascini, ripercuotendosi negativamente in termini di voti, se la decisione che verrà presa non sarà netta. Il partito, insomma, è in attesa. E l’attesa rende ogni giorno il clima più pesante. Fontanini rientrerà oggi dal Canada, ma probabilmente non in tempo utile per partecipare all’incontro di Reana o per chiudere entro sera il caso. È da lui, infatti, che i leghisti aspettano una decisione, soprattutto Milano e soprattutto quella base del Carroccio indignata. Sul caso-Ballaman c’è un’inchiesta in corso da parte della Procura della Corte dei conti, per stabilire eventuali danni all’erario e all’immagine della Regione. Sul potenziale rilievo penale, invece, si muove la Procura della Repubblica di Trieste che, attraverso il procuratore capo Michele Dalla Costa, ha annunciato accertamenti che, nei prossimi giorni, porteranno all’apertura di un fascicolo per stabilire se sussistano reati come il peculato e l’abuso d’ufficio. Ballaman ha fatto sapere che una decisione non arriverà prima di giovedì o venerdì. Molti leghisti sperano «di uscire prima dal tritacarne», come ormai chiamano questo caso. Forse già oggi.
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