Auto blu ad uso privato. Tondo: "Ballaman? Mi sembra un peccato veniale"

Il presidente della Regione interviene sulle dimissioni di Edouard Ballaman da presidente del Consiglio regionale: "Gli atto della sensibilità e della responsabilità dimostrate: ha tolto l'istituzione regionale da una situazione indubbiamente delicata"
Il presidente del Consigluio regionale Edouard Ballaman
Il presidente del Consigluio regionale Edouard Ballaman
UDINE
«Sto molto bene, ho fatto tante cose». Il primo giorno da ex presidente del Consiglio regionale di Edouard Ballaman è, parola sua, «rilassante». Nessun altro commento dopo il passo indietro ufficiale di mercoledì sera. Passo indietro apprezzato non solo dalla Lega Nord ma anche da Renzo Tondo: «Gli do atto della sensibilità e della responsabilità dimostrate: ha tolto l'istituzione regionale da una situazione indubbiamente delicata». Il presidente della Regione aggiunge anche una considerazione personale: «Quello di Ballaman a me pare un peccato veniale». Peccato comunque diffuso? «Credo proprio di no».


APPREZZAMENTO
Tondo interviene dopo aver speso pochissime parole sulla vicenda. Ma pure lui, nella settimana in cui il leghista pordenonese veniva travolto dal dossier auto blu punteggiato qua e là di viaggi a fini privati, il governatore auspicava nelle stanze della politica rapidi titoli di coda con tanto di dimissioni. Perché, appunto, la situazione per le istituzioni regionale «era delicata». E dunque Ballaman «va apprezzato per la decisione assunta».


PECCATO VENIALE
Non mancano gli auguri per il futuro: «Sono certo che il presidente Ballaman farà chiarezza su questa vicenda. Sono infatti convinto che sui comportamenti sin qui portati all'attenzione possa essere fatta piena luce, anche in considerazione del fatto che molte delle cose denunciate, alla verifica dei fatti, risulteranno spiegabili». Sempre secondo Tondo, Ballaman ha pagato «la mediaticità del caso per un peccato tutto sommato veniale». Di certo, aggiunge il presidente carnico, «non ha pagato per tutti. L'uso "leggero" delle auto blu non è un malcostume diffuso in Regione, prevale anzi la morigeratezza. Più volte, solo per fare esempio, mi sono trovato a ricevere un passaggio sull'auto privata di un consigliere». Si deve dunque stare attenti, conclude Tondo, «a non strumentalizzare la vicenda e ad alimentare conseguentemente quella spirale di antipolitica che rischia di soffocare il Paese e le sue amministrazioni locali».


I TEMPI
La questione da risolvere, adesso, è la sostituzione di Ballaman. I tempi sono praticamente certi. La prima sessione è quella di fine mese, in calendario a partire da martedì 28 settembre. La settimana precedente, su input anche del segretariato generale del Consiglio, i capogruppo dovrebbero decidere di mettere in agenda l'elezione del nuovo presidente il primo giorno utile, il 28 appunto. Un'elezione che si svolgerà secondo le consuete modalità: voto segreto e necessità di raggiungere la maggioranza assoluta (quota 30) nelle prime due votazioni e la maggioranza relativa nella eventuale terza.


IL SOSTITUTO
Chi al posto di Ballaman? La Lega Nord ne parlerà questa mattina a Udine, in Provincia, dove il segretario Fvg Pietro Fontanini ha convocato il gruppo regionale. Il nome di Maurizio Franz rimane in pole position, le alternative possono essere solo pordenonesi per una questione territoriale: dopo aver visto depotenziato, causa rimpasto, Luca Ciriani, quella provincia cercherà di non perdere la presidenza del Consiglio. I possibili candidati? Danilo Narduzzi, il capogruppo che la Lega vorrebbe però mantenere nel ruolo politico, e Mara Piccin.

Non è nemmeno escluso che, nella trattativa, possa spuntare proprio Ciriani. Si tratterebbe in questo caso di convincere Fontanini ad allargare il campo anche a un nuovo rimpasto in giunta e al nodo candidature delle amministrative 2011.


DIBATTITO IN CONSIGLIO
E l'opposizione che ne pensa? Il Pd, fa sapere Gianfranco Moretton, rimane in attesa «prima di dire qualsiasi cosa su qualsiasi candidato, sia Franz sia un altro esponente di centrodestra».

Il capogruppo del Pd suggerisce in ogni caso «un dibattito in Consiglio regionale per spiegare le ragioni per le quali il presidente debba essere di nuovo targato Lega Nord, anche al fine di dare un segnale forte e inequivocabile all'opinione pubblica della volontà di ricercare davvero un presidente super partes, capace di garantire l'ordinato svolgimento dei lavori d'aula. Detto ciò - aggiunge Moretton - nulla può essere escluso. Qualsiasi consigliere regionale, indifferentemente dalla sua appartenenza partitica, può essere oggetto di valutazione allo scopo di individuare la migliore soluzione possibile».


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