Authority unica, dietrofront di Russo
Stavolta abortisce subito il blitz di Francesco Russo. «Faccio un passo di lato e ritiro l’emendamento dalle proposte presentate in Commissione», ha dichiarato ieri il senatore dem triestino. L’emendamento è quello che intendeva costituire un’Autorità logistica di competenza regionale (con dentro porti, aeroporto e interporti) approfittando della legge che abolirà le province del Friuli Venezia Giulia. Più che un passo di lato è un autentico dietrofront innescato dalle dichiarazioni di netta contrarietà fatte dalla governatrice Debora Serracchiani («Rischia di marginalizzare Trieste») e dal commissario dell’Autorità portuale triestina Zeno D’Agostino («È una strada pericolosa»). Chiara in Russo la sensazione, anche se non esplicitamente affermata, che siano stati i suoi, cioé il Pd, ad affossarlo.
«Compito della politica - ha affermato ieri Russo - è porre le basi già oggi per la Trieste e per il Friuli-Venezia Giulia del 2030. Io immagino un territorio centrale, coeso, senza più guerre di campanile (ma con il rispetto delle reciproche specificità) all'interno dell'Unione europea riconosciuto (e non attaccato come in questi giorni) nella sua specialità dallo Stato italiano per il valore aggiunto che sa dare al sistema Paese Italia. Ma voglio sottolineare due lezioni che ci vengono dalle polemiche legate al mio emendamento. La prima ci dice che il rischio del campanilismo è sempre dietro l'angolo. E che c'è una grande paura del cambiamento. Ci siamo ripetuti mille volte - aggiunge - che per competere sul piano della logistica con i grandi poli internazionali dobbiamo fare sistema fra porti, aeroporti e interporti che nella competizione globale sono, in caso contrario, destinati all'insignificanza. E poi appena c'è l'ipotesi di fare il salto di qualità che ci chiedono le nostre imprese per essere competitive, ci dividiamo fra chi tifa per Monfalcone, chi non vuole finire sotto Udine e chi teme per lo scippo di Cervignano».
Secondo Russo, la seconda lezione «è che l'economia stavolta si è dimostrata più aperta della politica. Gli operatori e l'economia, da Confindustria ai sindacati, ci hanno detto con chiarezza che avrebbero apprezzato un progetto coraggioso di integrazione e modernizzazione. Lo stesso ci dicono i cittadini: questo il ragionamento da cui nascono gli emendamenti su Porto Vecchio e su Porto Regione. Invece i giornali sono pieni di bisticci tra politici anche dello stesso partito: sono poco appassionanti e credo siano uno dei segnali più potenti della scollatura tra politica e cittadini. Io non ho intenzione di prestarmi a questo gioco. Da uomo delle istituzioni, senatore che ha sempre cercato di essere strumento di unità per il mio territorio - ha ripetuto il parlamentare triestino - faccio un passo di lato e ritiro l'emendamento dalle proposte presentate in commissione».
Russo aggiunge poi di dispiacersi che «la mia iniziativa volta a “esaltare” la specialità della nostra Regione sia stata in qualche modo frenata proprio dalle istituzioni della nostra Regione, e anche da qualche esponente del mio partito. Proprio mentre infuria la polemica sulla specialità. Chiedendo la competenza sull'intero sistema portuale, avremmo potuto dire con più forza al presidente della toscana Rossi che il Fvg riceve più risorse perché si assume maggiori responsabilità e maggiori oneri nel governo degli assetti strategici del territorio. Sarebbe spettato poi al Consiglio regionale legiferare per stabilire la configurazione del sistema logistico regionale, della sua governance unitaria o plurale. Ricordiamoci infine - conclude Russo - che il Piano nazionale della logistica prevede l'accorpamento dei porti. Ciò porterà necessariamente all'integrazione di Trieste, Monfalcone Porto Nogaro. Ma forse anche di Venezia. Non sarebbe stato meglio anticipare i tempi?
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