Austria, migranti ospitati anche nei park sotterranei

A Vienna in una sola notte hanno dormito in 6.600. Una legge per imporre l’accoglienza a tutti i Comuni

VIENNA. L’estate e finita e in Austria le conseguenze per l'accoglienza del costante flusso di profughi - in settembre 167mila ingressi - sono rilevanti. Se finora si poteva ricorrere a tende o tensostrutture, le temperature notturne richiedono ora luoghi protetti. Un po' in tutto il Paese si punta quindi su capannoni industriali, edifici dismessi e parcheggi sotterranei che stuoli di poliziotti, volontari e militari allestiscono con lettini da campeggio, diventati merce quasi introvabile. La ricerca di alloggi è continua: a Vienna per esempio, l'enorme Stadthalle va presto liberata per farla tornare alla programmazione di eventi decisa da tempo.

Migranti, Vienna e Berlino aprono i confini
Un treno con "oltre 500 migranti" a bordo è arrivato alla stazione di Monaco, in Germania, proveniente dall'Austria, 5 settembre 2015. ANSA/CLAUDIO ACCOGLI

Un alleggerimento della situazione logistica, che sta mettendo a dura prova le capacità di intervento di autorità ed enti benefici, dovrebbe venire dalla legge costituzionale approvata in tutta fretta dal Parlamento. Concepita in estate dalla coalizione di governo e resa possibile dal supporto dei Verdi, la legge dà pieni poteri di azione allo Stato fino al 31 dicembre 2018 in tema di "Accoglienza e smistamento di stranieri che necessitano aiuto o protezione": permette cioè alle autorità federali di imporre l’accoglienza anche in quei Comuni che non accettino volontariamente un numero di richiedenti asilo pari all’1,5% della popolazione.

Attualmente circa la metà dei 2100 Comuni austriaci non sta dando un contributo fattivo all’emergenza migratoria, causando fra l’altro un ormai cronico sovraffollamento dei centri di prima accoglienza sparsi nel Paese, primo fra tutti Traiskirchen alle porte di Vienna. La legge è stata accompagnata da accese polemiche tra Länder e Comuni da un lato, e Stato federale dall’altro. L’accusa principale al governo è di aver varato una legge che consente di scavalcare e di fatto esautorare le autorità locali.

Mille migranti a piedi dalla stazione di Budapest verso l'Austria VIDEO
Hundreds of migrants cross the river Danube in Budapest, Friday Sept, 4, 2015, after they decided to walk toward Austria. Thousands have been camped out at Budapest's Keleti train station for days, before they decided to try and reach their destination on foot. (AP Photo/Bela Szandelszky)

Comunque dal primo ottobre lo Stato avrà mani libere e potrà quindi affrontare con maggiore tempestività ed efficacia un'emergenza che non accenna a diminuire e ormai vede il moltiplicarsi dei nodi critici sia per i richiedenti asilo (53mila da inizio anno), sia per i profughi in semplice transito verso il Nord Europa.

Oltre alla regione del Burgenland al confine con l'Ungheria, dove nel fine settimana sono transitate 20mila persone, sono sempre più in prima linea anche le città verso cui vengono smistati i migranti: innanzitutto Vienna, dove sabato i pernottamenti hanno toccato quota 6.600 e l’altra notte i 4mila, e dove la Stazione Ovest continua a essere affollata di migliaia di disperati in attesa di un treno verso ovest. Ma anche Graz, Linz, Klagenfurt e Salisburgo. Quest’ultima città è diventata una sorta di cruna dell'ago, dove convergono i treni speciali interni.

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Un bivacco a pochi metri dalla stazione del tram

Ma lo stop tedesco dei convogli per profughi da Salisburgo alla Germania, dapprima annunciato e poi, dopo le vive proteste del sindaco, rettificato in un piano da rimodulare «ogni paio di giorni», rischia di creare il caos in Austria con ingorghi che si ripercuoterebbero su tutte le altre città del Paese impegnate nell'accoglienza. Ieri mattina a Salisburgo un convoglio speciale con 400 migranti è comunque partito verso la Germania, ma da Vienna e Graz ne erano già in arrivo 500. Problemi anche per coloro che da Salisburgo raggiungono da sé a piedi o in taxi il vicino posto di confine: le registrazioni dei migranti in entrata in Germania a Freilassing sarebbero al ritmo di 20-30 all'ora, un fatto che sta preoccupando il governo austriaco per le ripercussioni in tutta la zona di confine.

E mentre gli enti benefici chiedono che ai profughi siano aperte anche le caserme, «visto che ormai c'è un obbligo di legge all'accoglienza», il ministro degli Interni Johanna Mikl-Leitner da un lato sventola la possibilità di far uso della forza ai confini, e di chiuderli in caso di ingorghi nel Paese, dall'altro rassicura che vi è stretta collaborazione con Berlino per tenere aperti i transiti e consentire il deflusso.

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