Austria, Carlo d’Asburgo condannato per il “von” ma niente sanzione: è prevista in corone

Abuso di titolo nobiliare previsto dalla legge del 1919. Il giudice non sa a quanti euro corrisponda la cifra dell’ammenda 
APA16572182-2 - 22012014 - WIEN - …STERREICH: ZU APA-TEXT II - Der Enkel des letzten šsterreichischen Kaisers, Karl Habsburg, im Rahmen eines Interviews mit der Austria Presse Agentur (APA) am Dienstag, 21. JŠnner 2014, in Wien. APA-FOTO: HERBERT PFARRHOFER
APA16572182-2 - 22012014 - WIEN - …STERREICH: ZU APA-TEXT II - Der Enkel des letzten šsterreichischen Kaisers, Karl Habsburg, im Rahmen eines Interviews mit der Austria Presse Agentur (APA) am Dienstag, 21. JŠnner 2014, in Wien. APA-FOTO: HERBERT PFARRHOFER

VIENNA Carlo d’Asburgo, nipote diretto dell’ultimo imperatore d’Austria, è stato condannato da un Tribunale di Vienna per abuso di titolo. Nel suo caso, per abuso di titolo nobiliare: quel “di” davanti al cognome, in tedesco “von”. Ovvero “Karl von Habsburg”, anziché “Karl Habsburg”, come prescrive la legge. Carlo d’Asburgo è il capo della storica casata che per 600 anni era stata alla guida dell’Austria e del Sacro romano impero della nazione tedesca e in teoria sarebbe l’erede al trono, se il padre Otto non vi avesse definitivamente rinunciato nel 1961. Era quella la condizione per poter rimettere piede nell’Austria, che la famiglia aveva dovuto abbandonare dopo la caduta dell’impero.

Ora Carlo d’Asburgo vive a Vienna e si occupa di mezzi di comunicazione, con attività in Olanda, Ucraina, Bulgaria e Austria. Non pensa lontanamente a una “restaurazione” dell’impero, ma continua a fregiarsi del titolo nobiliare. Nella sua pagina web (www.karlvonhabsburg.at) si presenta come “Karl von Habsburg”. E naturalmente usa il “von” anche quando parla del padre Otto e dei suoi antenati.

Ma la legge del 3 aprile 1919 (emanata proprio cento anni fa) aveva vietato l’uso dei titoli nobiliari. Dopo un secolo c’è chi ne tiene ancora conto e chi no. Carlo d’Asburgo appartiene alla seconda categoria e sicuramente la polizia austriaca non gli sta alle calcagna per questo “peccato” di vanità aristocratica.

Un anno fa, però, un anonimo cittadino aveva sporto denuncia nei suoi confronti e, di fronte alla “notitia criminis”, la Procura di Stato si è vista costretta a intervenire.

Nel primo processo tenuto davanti a un giudice mandamentale (corrisponde alle nostre preture di un tempo) Carlo d’Asburgo è stato condannato a 70 euro di ammenda. L’augusto imputato ha fatto ricorso, ma la condanna è stata confermata anche in appello, salvo che il giudice di secondo grado si è dichiarato «nell’impossibilità di stabilire la sanzione». L’articolo 2 della legge del 1919 indica infatti una pena pecuniaria «fino a 20.000 corone». Ma a quanti euro corrispondono oggi 20.000 corone? Il giudice non si è ritenuto in grado di fare il calcolo e così ha condannato Carlo d’Asburgo, ma senza infliggergli alcuna pena.

Non è la prima volta che un Asburgo compare nelle cronache giudiziarie. Dieci anni fa un altro Asburgo, Ulrich, residente in Carinzia, aveva fatto ricorso alla Corte costituzionale per chiedere una modifica dell’articolo 60 della Costituzione, che impedisce a un membro della famiglia imperiale, che avesse avuto responsabilità di governo al tempo della monarchia, o a un suo discendente, di essere eletto Capo dello Stato. Ulrich Habsburg (che, a differenza di Karl, non usa mai il “von” davanti al cognome) aveva sollevato il caso in nome dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. —


 

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