Austria, 113mila profughi nel 2015

Accolto il 56% di persone in più sul 2014, la maggioranza dalla Siria
Un gruppo di richiedenti asilo
Un gruppo di richiedenti asilo

UDINE. L'Austria sta diventando sempre più uno Stato multietnico, come ai tempi del vecchio impero. Su 8,7 milioni di abitanti, 1,8 milioni sono nati all'estero o hanno genitori nati all'estero. Questa quota corrisponde al 21% della popolazione. In altre parole, oggi un austriaco su cinque non ha radici austriache, ma è uno straniero più o meno bene integrato.

Il dato è contenuto nell'annuale rapporto sull'integrazione degli stranieri, che sarà presentato martedì dal ministro degli esteri Sebastian Kurz (che è anche ministro per l'integrazione). I dati più importanti del documento sono stati anticipati ieri da "Die Presse". Quello più attuale e interessante riguarda il fenomeno migratorio, che nell'autunno dello scorso anno aveva registrato dimensioni esplosive.

 

Austria-Serbia, fronte comune sui migranti
Aleksandar Vucic con Christian Kern (foto da wienerzeitung.at)

 

Per settimane e per mesi avevamo riferito di migliaia di uomini e donne in fuga da Paesi in guerra, che erano approdati in Austria attraverso i valichi ungheresi e, nella seconda fase, attraverso quelli austro-sloveni di Spielfeld e dintorni. Alcuni di essi avevano chiesto asilo in Austria, altri avevano proseguito il viaggio verso la Germania e i Paesi del Nord.

Il rapporto del ministro Kurz ci consente ora di conoscere con esattezza la dimensione del fenomeno. Nel 2015 sono entrate in Austria 214.400 stranieri. Circa 101.300 nello stesso periodo hanno lasciato il Paese, con un saldo in crescita di 113.100. Ciò significa che lo scorso anno l'Austria ha dato accoglienza a 113.100 persone, che è come se l'Italia (che ha 60,6 milioni di abitanti) ne avesse accolte nel 2015 quasi 800.000. Per l'Austria quegli arrivi rappresentano una crescita del 56% rispetto al 2014 e ciò spiega le misure assunte dal governo di Vienna per evitare che il fenomeno si ripeta quest'anno, fonte di tante polemiche e reazioni internazionali: dalle barriere preventive al Brennero e ai valichi con il Friuli e la Slovenia, agli aiuti offerti a Serbia e Ungheria per rendere impermeabili le loro frontiere meridionali, alla decisione politica di fissare per quest'anno un tetto massimo all'accoglienza (37.500 uomini), superato il quale i nuovi arrivati verranno bloccati al confine, non si sa ancora dove e in che modo. In parte per le misure restrittive assunte dall'Austria, ma soprattutto in conseguenza di altri interventi a livello internazionale (tra cui l'accordo con la Turchia, ora in discussione), quest'anno gli ingressi in Austria sono drasticamente calati, tanto che la soglia fissata dei 37.500 sarà raggiunta forse soltanto in autunno.

Il rapporto elaborato dal ministero austriaco consente di conoscere la provenienza dei profughi dello scorso anno: la maggior parte di essi è giunta dalla Siria (21.000), seguita dall'Afghanistan (18.600) e dall'Iraq (10.000). Il fenomeno migratorio ha riguardato anche Paesi membri dell'Unione Europea: l'Austria ha visto arrivare 17.500 cittadini romeni, seguiti da 17.000 tedeschi e 14.400 ungheresi.

Nel 2015 le richieste d'asilo presentate in tutta Europa sono state 1.321.050. Tenendo conto del rapporto con il numero degli abitanti, a farsene carico maggiormente sono state la Svezia (con 17 richiedenti asilo su 1000 abitanti), seguita dall'Austria (10 richiedenti su 1000 abitanti). Il numero assoluto delle richieste d'asilo presentate in Austria ha sfiorato lo scorso anno quota 90.000.

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