Aumenti da cento euro per i 14mila dipendenti del comparto
TRIESTE. Da 15,6 a 22 milioni di euro, quasi 7 in più. Una cifra che, se confermata, si tradurrebbe in aumenti a regime per i 14mila dipendenti della Regione, dei Comuni e delle Uti pari a circa 100 euro lordi medi mensili.
La trattativa sul comparto unico, ripartita dopo quattro mesi di interruzione causa rinnovo della delegazione trattante di parte pubblica (i tre membri in carica fino allo scorso anno sono andati in pensione), riscriverà con ogni probabilità le cifre concordate a novembre. A partire dalla massa salariale necessaria per il rinnovo 2016-18. Stando ai primi conti del sindacato, potrebbe servire il 50% di risorse in più. La novità principale è che i parametri di riferimento sono cambiati. Il sistema nazionale prevede infatti un incremento medio del 4% sui rinnovi contrattuali degli statali. Non a caso il Def approvato dal Consiglio dei ministri prevede altri 2,8 miliardi da stanziare per il pubblico impiego per arrivare a un aumento contrattuale medio di 85 euro con i rinnovi 2016-2018.
Due giorni fa in Regione, alla ripresa della trattativa - presenti Mafalda Ferletti per la Cgil, Massimo Bevilacqua per la Cisl, Maurizio Burlo per la Uil, Fabio Goruppi per l’Ugl e Paola Alzetta per la Cisal -, la delegazione trattante (ricostituita con Adriana Battistutta per la Regione, Santi Terranova per l’Anci e Giuseppe Manto per il Consiglio delle Autonomie) ha preso atto delle regole modificate a Roma e accolto la richiesta di applicarle pure per i 14mila del comparto Fvg, con la conseguenza che le cifre andranno però aggiornate rispetto a quelle comparse a novembre, quando si era arrivati all’ultima curva. In particolare, non si utilizzerà più l’Ipca, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato, che avrebbe determinato un aumento medio dello stipendio pari al 2,7%, ma si ragionerà su una forbice più ampia. Posto che il nuovo punto di riferimento nazionale si aggira sul 4%, è presumibile che il sindacato cercherà di muoversi attorno a quel valore.
Numeri, in realtà, non sono ancora stati messi sul tavolo. Ma è facile ipotizzare che i 15,6 milioni a disposizione nel 2016 andranno non poco incrementati. Se il governo, all’iniziale posta di 2,1 miliardi, ha aggiunto addirittura 2,8 miliardi, è probabile che in regione possano servire non meno di 7 milioni (cifra che ha iniziato a circolare, anche se i sindacati devono ancora scoprire le carte). Con effetti su tutte le tabelle. A novembre, raggiunta l’intesa sulla distribuzione delle risorse per il 90% sul tabellare e per il 10% al secondo livello, oltre che sulle tre decorrenze (primo gennaio 2016, primo gennaio 2017, primo gennaio 2018), delegazione trattante e organizzazioni sindacali chiusero la preintesa su aumenti a regime di 58 euro lordi mensili per i lavoratori della categoria A, 60 euro per i B, 64 per i C e 75 per i D. L’adeguamento fu calcolato anche sulla base del confronto con le altre Regioni a statuto speciale e con le due Province autonome di Trento e di Bolzano e dopo che per qualche mese si era pure parlato della possibilità di un incremento mensile uguale per tutti: dai commessi ai funzionari. Obiettivo non centrato, ma che in qualche modo si è cercato di avvicinare.
Ora però sui compensi lordi si torna a trattare. Con l’obiettivo da parte sindacale di salire di qualche decina di euro. Se la media del precedente accordo era di 65 euro, non è escluso che si possa puntare a quota 100. Una richiesta esagerata? Al momento l’assessore regionale Paolo Panontin non entra nel merito. Non dei numeri almeno. Una conferma, tuttavia, c’è. La Regione ha accettato di riaprire il tavolo alla luce di quanto successo a livello nazionale. «Pare che la promessa del governo di arrivare agli 85 euro a regime venga mantenuta attraverso l’incremento delle risorse - dice Panontin -. Se sarà così, siamo consci del fatto che dovremo rivedere quanto condiviso a novembre». Un’eventuale richiesta di 7 milioni aggiuntivi? «Le cifre sono premature - puntualizza ancora l’assessore -, è certo però che sarà necessario trovare le coperture. Cercheremo una nuova intesa. Quello che conta è che la vicenda non torni a prolungarsi ulteriormente». Se ne riparla già la prossima settimana in un tavolo ristretto che approfondirà le questioni tecniche, mentre la riunione al completo è fissata il 3 maggio.
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