Aule e laboratori digitali nelle scuole di Trieste. Ecco come vengono distribuiti gli oltre 6 milioni di fondi Pnrrr

I presidi accolgono con soddisfazione il riparto ministeriale ma evidenziano anche come in primis servirebbero risorse dedicate a «personale, formazione, edilizia»
Micol Brusaferro
Il Da Vinci - Sandrinelli. Foto Bruni
Il Da Vinci - Sandrinelli. Foto Bruni

TRIESTE Pioggia di contributi dal Pnrr alle scuole triestine per nuove tecnologie da inserire nelle classi e nei laboratori. Oltre 6 milioni di euro spalmati tra istituti comprensivi e superiori di tutta la provincia, per dotazioni a beneficio di bambini e ragazzi. Ma i dirigenti scolastici, pur dichiarandosi contenti per la novità, sottolineano come le risorse servirebbero in altri settori, come l’edilizia scolastica o il personale.

Il “Piano Scuola 4.0” punta a trasformare le aule tradizionali in spazi innovativi, mentre per i laboratori delle secondarie di secondo grado l’obiettivo è di creare ambienti ideali per le professioni digitali del futuro. Per quanto riguarda l’ammodernamento delle classi, l’istituto che gode del più elevato numero di fondi è il Da Vinci-Carli-Sandrinelli, la scuola che vanta il più alto totale di iscritti tra le superiori cittadine, con oltre 275 mila euro assegnati per strumentazioni moderne per i vari ambienti e quasi 165 mila specifici per i laboratori. Per la preside Ariella Bertossi «si prosegue verso la sfida di una scuola moderna, la pandemia ha garantito una forte spinta al digitale, con questi mezzi si effettuerà un ulteriore salto importante. È vero però che ci sono anche altre esigenze, penso ad esempio alle nostre segreterie, che sono in forte sofferenza».

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Anche per Tiziana Napolitano, alla guida del Deledda-Fabiani, «i bisogni sono altri. Ben vengano nuove attrezzature che permetteranno di ampliare l’offerta formativa, ma abbiamo le segreterie vuote e gli organici ridotti. Servono persone che si dedichino ai ragazzi, prima ancora di tecnologie all’avanguardia. Serve quindi investire sulle risorse umane». Pensiero simile a quello di Donatella Bigotti, ai vertici del Nautico-Galvani: «Si tratta di cifre consistenti ma ricordiamo che attraverso alcuni bandi molte scuole negli ultimi mesi si sono già dotate di nuovi sistemi moderni, noi abbiamo ricevuto da poco 70 mila euro per questo scopo. Penso invece sarebbe stato il caso di investire su altro, in primis sull’edilizia scolastica e poi sulla formazione di chi dovrà utilizzare i nuovi spazi».

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Anche Cesira Militello, dirigente del liceo Petrarca, sottolinea come i finanziamenti consentiranno alle scuole di incrementare attrezzature e laboratori ma «sarà indispensabile valutare, scuola per scuola, i migliori investimenti in rapporto alla dotazione tecnologica già in possesso e, contemporaneamente, investire sulla formazione del personale docente».

Tra gli istituti comprensivi della città con i fondi più alti c’è lo Svevo, con quasi 179 mila euro, con la preside Marina Reppini che definisce la somma «importantissima, ma i nostri edifici hanno anche altre carenze, penso alle tante incursioni dei ladri qui da noi. Poter usare questi soldi per un impianto anti furto sarebbe l’ideale. In ogni caso sono risorse molto utili, tra i nostri progetti c’è quello di realizzare una biblioteca digitalizzata, per la scuola media, come spazio di apprendimento diverso, magari anche con la possibilità di aprirlo al territorio».

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Per Teresa Tassan Viol, presidente regionale dell’Anp, Associazione nazionale presidi, sono «fondi che purtroppo non possono essere dirottati su altre carenze delle scuole che esistono, in primis quelle del personale amministrativo. È sempre una buona notizia quando si investe nel settore, servono però un reclutamento e un rafforzamento degli organici, affinché il risultato finale sia davvero quello di istituti più efficienti».

Elisa Lodi, assessore comunale ai Lavori pubblici, ricorda come si tratti di «finanziamenti che non passano per gli enti locali, ma senza dubbio non può che farmi piacere coinvolgano le scuole pubbliche. Permetteranno ai giovani di usufruire di spazi al passo con le esigenze quotidiane».

Per le classi tecnologiche sono 34 gli istituti che riceveranno da un minimo di 33 mila euro circa fino a un massimo di oltre 275 mila, mentre sul fronte dei laboratori sono interessate tutte le scuole superiori, con importi in due fasce: 125 mila euro e 165 mila circa. I fondi saranno erogati direttamente alle scuole, che potranno avviare la progettazione degli interventi, con il supporto di un nucleo ad hoc per il Pnrr, che sarà attivato all’Ufficio scolastico regionale.

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