Auguri XXX Ottobre, altri 100 di questi anni FOTO

L’associazione triestina festeggia il suo primo secolo di vita: a fondarla nel 1918 sono stati alcuni ex allievi del ricreatorio Pitteri del quartiere di San Giacomo. Circa duemila i soci iscritti oggi

TRIESTE L’album è ricco, i ricordi sterminati, il cantiere delle iniziative sempre aperto, specie per quanto riguarda il mondo dei giovani. Un centenario da celebrare, anzi, semplicemente da festeggiare, riaprendo gli archivi e coinvolgendo possibilmente buona parte di Trieste. L’Associazione “XXX Ottobre” approda al suo secolo di vita, 100 candeline esatte da spegnere virtualmente, atto che la storica sezione del Club Alpino Italiano intende compiere alimentando non solo fiato e cuore tra i 9 gruppi e le 3 commissioni che la compongono, ma soprattutto narrando la storia, evocando la tradizione.



Sì perché parlare del Cai XXX Ottobre a Trieste è come dipingere uno degli affreschi più originali della città – di stampo più culturale che prettamente sportivo – quello che ricorda una terra che non respira solo gli orizzonti del mare ma che ama nella stessa misura la montagna e le cavità, tra neve, vette, immancabili imprese, di quelle che il lessico del settore ama magari catalogare sotto la voce “estremo”.

Una storia nata quindi nel 1918, per la precisione il 24 novembre, frutto di una iniziativa di ex allievi del Ricreatorio “Pitteri” del quartiere di San Giacomo. Epico il progetto, altrettanto il nome scelto. “XXX Ottobre” rievoca infatti la data dell’insurrezione di Trieste alla fine della Prima guerra mondiale, mentre i colori sociali, rimasti intatti nell’arco del secolo, sono il bianco e il nero. Vent’anni dopo il battesimo, la “XXX Ottobre” compie uno dei suoi primi passi fondamentali, aderendo al Cai e divenendo di fatto una delle sezioni del Friuli Venezia Giulia più popolate da appassionati di ogni età, attiva nel campo della didattica e della divulgazione, da cui sorsero le tre scuole “specialistiche”: la “Cesare Prez” di Speleologia (1990) la “Città di Trieste” nel campo dello scialpinismo (inizio anni ’80) e, forse la più nota, la “Enzo Cozzolino” per l’alpinismo, nata alla fine degli anni ’80, dedicata alla memoria dello storico alpinista membro del Gruppo Rocciatori, scomparso il 18 giugno del 1972 a soli 23 anni, cadendo durante una ascensione in solitaria sul Civetta, nelle Dolomiti.

Accanto alle tre scuole, la “XXX Ottobre” si avvale della forza di vari gruppi e commissioni, ulteriori codici identificativi che ribadiscono il desiderio di ascesa, di trovare e testare “nuove vie”, sempre e ovunque. Ecco dunque, attorno alla fine degli anni ’90, la nascita della Commissione “Tutela Ambiente Montano”, la nicchia dal respiro ecologico, la più tecnica “Commissione Sentieri, Rifugi e Opere Alpine”, e la romantica “Attività Culturali”, dove il culto della montagna è respirato senza corde e scarponi ma con documentari, conferenze e concerti, e soprattutto con l’inchiostro, quello del periodico “Alpinismo Triestino” oppure con quello ancor più epico dei libri o dei versi, magari vergati da simboli come Spiro Della Porta Xidias, Kugy, Emilio Comici.

La tavolozza dei Gruppi targati “XXX Ottobre” si nutre di nove colori, tinteggiati anche da fede e goliardia, dal canonico “Sci” all’alternativo “Kayak”, passando per il gruppo “Grotte”, “Orientamento”, “Escursionismo”, “Rocciatori Bruti de Val Rosandra”, sino al gruppo “Alpinismo Giovanile” e “Rose d’Inverno” (avviamento all’alpinismo). Un discorso a parte lo merita il Gruppo “Grembani”, per le regole e le prospettive con cui punta a governarsi. Qui la data di nascita è il 2008 e contempla l’adesione di giovani tra i 16 e i 25 anni, impegnati tra escursionismo, scialpinismo e arrampicata. La peculiarità? Quella di agire in maniera autonoma, autogovernandosi, ma avvalendosi sempre dei consigli e dei dettami dei veterani. Insomma, libertà ma non anarchia, tema che sta sortendo i suoi frutti anche in chiave internazionale, vedi il canale di collaborazione instaurato con i colleghi di pari età dello Yosemite National Park. «La divulgazione a favore dei giovani è uno dei temi che più ci sta a cuore – afferma Giorgio Godina, già presidente per alcuni mandati della “XXX Ottobre” – è probabilmente una politica che altre sezioni ci stanno copiando e che noi abbiamo avviato anni fa parlando della cultura della montagna nelle scuole. È questo su cui vogliamo insistere e divulgare in occasione del centenario».

Circa 2000 i soci attuali, guidati dal presidente Tullio Ranni, dal vice Piero Mozzi e dal past president Claudio Mitri, con sede in via Battisti 22. Un secolo da festeggiare, una storia da raccontare e valori da ribadire, anche usando una frase celebre coniata da Guido Rey, alpinista e fotografo dei primi del Novecento: «La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancor più forte».

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