Attentato a Vienna, scatta subito la solidarietà del Fvg. A Trieste, slitta il via alle luci di Natale
TRIESTE. Sgomento, tristezza, rabbia e soprattutto tanto dolore. Sono i sentimenti espressi a Trieste all’indomani dell’attentato che ha colpito Vienna. Un cordoglio che arriva da più parti e che si aggiunge alle voci, angosciate, dei triestini che vivono nella capitale austriaca.
Tra i primi ieri a manifestare «vicinanza ai cittadini di Vienna colpiti», il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che in segno di cordoglio ha annullato l’avvio degli eventi natalizi previsti per il pomeriggio di ieri. «In segno di rispetto, vicinanza e solidarietà – ha annunciato in mattinata – ho deciso di sospendere l’iniziativa relativa all’accensione delle luminarie natalizie in piazza Unità, che sarà riprogrammata nei prossimi giorni». E poi ancora tanti messaggi, durante tutta la giornata. «Non basta più esprimere solidarietà – commenta il sindaco di Monfalcone Anna Cisint – se non si decidono e applicano misure concrete. Diventa quanto mai necessario controllare i confini».
Proprio ieri peraltro il Viminale ha disposto «l'intensificazione dei controlli ai valichi di frontiera, anche con l'impiego dei militari dell'Esercito» al termine del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. «Sono vicino in questo momento di dolore al popolo austriaco – ha pubblicato ieri sui social Ettore Rosato, presidente di Italia Viva – alle famiglie delle vittime e a chi è in apprensione per i propri cari. Vedere l’Austria sotto attacco è un dolore terribile».
«Totale solidarietà alle istituzioni e ai cittadini austriaci colpiti vilmente da un atto di terrorismo di matrice islamista» hanno espresso la deputata Debora Serracchiani e la senatrice Tatjana Rojc (Pd) in una lettera inviata all'ambasciatore d'Austria in Italia Jan Kickert: «Come rappresentanti elette in Friuli Venezia Giulia al Parlamento italiano teniamo in modo particolare a ribadire in questo momento tragico i vincoli della reciproca amicizia che lega le nostre terre e i nostri popoli, nel segno di una secolare condivisione di valori, di rispetto della vita e dei diritti inviolabili della persona». «Cordoglio per le vittime e solidarietà a tutti i familiari. Impressiona molto – ha dichiarato il vicegovernatore del Fvg Riccardo Riccardi – la terribile violenza omicida che ha colpito Vienna e Kabul».
C’è forte preoccupazione nella comunità ebraica di Trieste, spiega il presidente Alessandro Salonichio: «Quanto sta succedendo ci vede molto vicini alla popolazione austriaca e ai nostri corregionali a Vienna, non è chiaro al momento – annota – se l’obiettivo sia stato la sinagoga e quindi se sia un attacco di stampo antisemita, in ogni caso preoccupano le radici dell’episodio, la provenienza di questa violenza. Si parla di immigrati di seconda o terza generazione, integrati quindi nella società, che forse però non accettano le regole di un’Europa tollerante e disponibile al confronto con le diverse minoranze. Vedere quelle scene, come già successo in altri attentati, non può che preoccuparci. E di conseguenza credo che anche in Italia in questo momento il livello di attenzione stia aumentando».
Don Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e cultura della Diocesi di Trieste, si è espresso viaTwitter: «Gli attentati di Parigi, Nizza e Vienna interpellano l’Europa in virtù della legittima difesa, ad espellere tutti gli islamisti che odiano la nostra cultura e i nostri principi di tolleranza. Vanno anche stigmatizzati gruppi e persone che seminano odio». Ci sono poi i triestini che abitano e lavorano a Vienna, come il baritono Paolo Rumetz, impegnato da anni a teatro.
«Per fortuna sono riuscito a rientrare appena si è sparso l'allarme e mi sono barricato in casa – racconta – vivo vicino al centro e uno dei terroristi si era asserragliato in un locale sulla Mariahilferstrasse, a 300 metri da asa mia. Tutta la notte ho sentito elicotteri in volo e sirene per strada. Alcuni amici che si trovavano a teatro sono rimasti bloccati dopo la recita fino all'una e mezza. Davvero una brutta esperienza, ci si sente veramente persi».
E ancora c’è chi per lavoro fa la spola tra Trieste e Vienna, come Massimiliano Alberti. «Abito a pochi minuti dalla zona colpita, ho sentito gli elicotteri e poi un surreale silenzio nelle strade – ricorda – c’è tanta di rabbia perché è una città cosmopolita, e c’è una diffusa sensazione di tristezza».
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