Attentati di Parigi, un cellulare croato usato dai kamikaze

I due terroristi che si sono fatti esplodere all’Estade du France sono giunti in Europa tra i migranti della rotta dalla Grecia
La cattura a Bruxelles di Salah Abdeslam
La cattura a Bruxelles di Salah Abdeslam

ZAGABRIA. Se ancora ce ne fosse stato bisogno, ora giunge la conferma: i terroristi islamici che hanno attaccato l’Europa a Parigi prima e a Bruxelles dopo, sono giunti nel Vecchio continente attraverso la rotta balcanica dei migranti, con documenti falsi e mescolati alle centinaia di migliaia di rifugiati. Le prove le fornisce il quotidiano croato Ve›ernji list che è venuto in possesso di una serie di documenti che non lasciano spazio a dubbi o equivoci.

Venerdì 13 novembre, alle 20.30, quattro uomini escono dall’appartamento sito nel quartiere Bobigny di Parigi. Salgono in automobile, una Renault Clio e mezz’ora più tardi arrivano all’Estade du France dove si sta disputando l’amichevole di lusso tra le nazionali di calcio di Francia e Germania. Tre di loro scendono e attivano l’esplosivo che portano attaccato al corpo dando il via così all’attacco a Parigi che costerà 130 morti e oltre un centinaio di feriti.

Armi e kamikaze lungo la rotta balcanica
Una marea di migranti nei balcani

Alla guida della Clio c’è un belga di 26 anni, di origine marocchina, Salah Abdeslam, forse il cervello della logistica dell’intera azione e pochi mesi dopo il terrorista più ricercato al mondo. È stato arrestato, lo ricordiamo, la scorsa settimana a Bruxelles. Gli altri passeggeri erano il cittadino francese proveniente dal Belgio, Bilal Hadfi e due iracheni che erano giunti poco tempo prima in Europa provenienti dalla Siria, con documenti contraffatti siriani, e mescolati alla marea di migranti che risaliva verso l’Europa lungo la rotta balcanica. Più o meno alla stessa ora usciva dallo stesso appartamento di Bobigny un altro gruppo di terroristi guidati da Abdelhamid Abaaoudom, il capo del drappello che ucciderà nei caffè della capitale francese.

Con Abaaouda in una Seat Leon ci sono anche Chakib Akrpugh e Brahim Abdeslam, il fratello maggiore di Salah. Bahrim, come precisa il Ve›ernji, aveva preso in affitto pochi giorni prima l’appartamento in via Terral a Bobigny, appartamento che è diventata la base del gruppo di fuoco islamico dove, dall’11 al 13 novembre ha pianificato nei dettagli l’azione, periodo in cui gli estrermisti utilizzano un cellulare croato. Ma i collegamenti con i balcani e la Croazia in particolare non si fermano qui. Come appare dai verbali degli interrogatori e delle indagini svolte dalla polizia francese, Abdelhamid Abaaoud, ha raccontato alla cugina Hasna ait Boulachen, una francese che ha aderito all’islam radicale, di essere arrivato in Europa dalla Siria attraverso la rotta dei Balcani infiltrandosi tra i rifugiati assieme ad altri 80 miliziani combattenti. Hasna, uccisa il 18 novembre, teneva i contatti con il cellulare croato. Chiamando la Croazia oppure utilizzando solamente il numero croato.

Gli investigatori francesi, riguardo ai cellulari usati (erano in tutto due) hanno chiesto informazioni a Google, Samsung, Apple e alle compagnie telefoniche Bouyages Telecom e Sfr. Le uniche informazioni utili però sono giunte da Samsung che dal router è riuscita a “capire” che si trattava di due cellulari modello BSM-G355H/DS con due schede sim, ma questi apparecchi non si possono acquistare in Francia.

Controllando l’IMEI, il numero di 15 cifre che il produttore assegna a ciascun apparecchio e attraverso il quale si è in grado di monitorare e localizzare il singolo cellulare, è stata “ricostruita” l’origine dell’apparecchio. Entrambi i due cellulari sono stati prodotti dalla Samsung dello stabilimento cinese di Tianjin il 6 settembre del 2015. Quello color nero è stato inviato l’8 settembre del 2015 a un cliente in Albania, quello bianco, invece, è stato spedito l’11 settembre dalla fabbrica in Croazia.

Attacco a Parigi, le armi costruite in Serbia
Armi prodotte dalla Zastava

Secondo le informazioni assunte dal Ve›ernji il cellulare croato non è mai stato bloccato, cosa che accade normalmente se il proprietario si accorge del furto, il che fa pensare che i terroristi ne siano giunti in possesso in modo legale. E siccome il trasporto dalla Cina alla Croazia dura in media due o tre settimane, il cellulare è arrivato in Croazia alla fine di settembre o i primi di ottobre del 2015. Dunque la cronologia è assolutamente attendibile.

Il cellulare “croato” sarebbe stato usato dal gruppo di fuoco dell’ Estade du France, in particolare dai due miliziani kamikaze iracheni. Questi sono sbarcati il 3 ottobre sull’isola greca di Leros a bordo di una nave assieme ad altri duecento migranti. Con se avevano documenti falsi in base ai quali i due risultavano essere Ahmad al Mohammed e Mal Mahmod e sono stati registrati come migranti. Dalla Grecia i due passano in Macedonia, poi Serbia e Croazia dove arrivano al campo di accoglimento temporaneo di Opatovac l’8 ottobre e dove vengono regolarmente registrati. Da qui proseguono per l’Ungheria e da qui si perdono le tracce del loro tragitto verso Parigi.

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