Attacco a Parigi, le armi costruite in Serbia

Alcuni kalashnikov usati dai jihadisti provengono dalla fabbrica di Kragujevac. Resta la pista balcanica
Armi prodotte dalla Zastava
Armi prodotte dalla Zastava

LUBIANA. A Francoforte la polizia avrebbe fermato un islamico che potrebbe aver fornito le armi ai terroristi che hanno messo in atto gli attacchi a Parigi. Una cosa però è certa. Le armi usate nelle stragi della capitale francese sono state fabbricate in Jugoslavia, nella fabbrica di armi Zastava di Kragujevac, in Serbia.

La prova inequivocabile giunge dalle matricole dei kalashnikov rinvenuti sui luoghi degli agguati. Il direttore della Zastava, Milojko Brzakovic, infatti, ha spiegato che due giorni dopo l’attacco a Parigi il ministero degli Interni della Serbia gli ha comunicato il numero di matricola di alcuni kalashnikov rinvenuti sui luoghi dei massacri.

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Alla Zastava hanno così riscontrato che sette o otto dei kalashnikov segnalati sono stati costruiti a Kragujevac negli anni 1987 e 1988. Queste armi, come ha dichiarato il direttore della Zastava, facevano parte di un quantitativo d’armi che è stato inviato negli arsenali della Slovenia, della Bosnia-Erzegovina e della Macedonia. Al disfacimento della Jugoslavia queste armi, è molto probabile, siano cadute in mani di singoli trafficanti o di associazioni criminose che forse le hanno vendute.

«Non c’è alcun dubbio che quelle armi sono state costruite da noi - ha precisato il direttore - visto che siamo in possesso dei numeri di serie dei kalashnikov in oggetto, ma negli anni Novanta del secolo precedente - ha aggiunto - chiunque avrebbe potuto accedere ai deposti di armi e venirne in possesso».

La fabbrica Zastava di Kragujevac era l’unica che produceva armi nell’ex Jugoslavia, armi che erano destinate all’Armata popolare o alle forze di polizia. I kalashnikov prodotti a Kragujevac venivano anche esportati ai Paesi africani alleati dell’allora Jugoslavia, in Asia e in Medio Oriente. Oggi la Zastava non può vendere alcuna arma all’estero senza la previa autorizzazione del governo di Belgrado.

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Capire con certezza il “tragitto” fatto da queste armi dopo il tracollo della Jugoslavia è un’impresa quasi impossibile. Analizzando però la situazione attuale dei Balcani non si può escludere a priori che quei fucili provengano proprio dalla Bosnia-Erzegovina visto che in questo Paese sono attive molte cellule islamiche whabbite che avrebbero benissimo potuto fare da tramite con quelle parigine. Va rilevato inoltre che pochi giorni prima dell’attacco islamista a Parigi in Baviera è stato arrestato un uomo che viaggiava a bordo di un’automobile Golf con targa montenegrina a bordo della quale in speciali doppifondi sono stati trovati otto kalashnikov.

L’automobile montenegrina potrebbe essere stata una sorta di auto “civetta” mandata anche volontariamente al sacrificio per permettere un transito più agevoli delle armi dalla rotta balcanica verso Francoforte e da qui a Parigi.

Come cofermato dal direttore della Zastava, la ex Jugoslavia resta un importante centro per il traffico di armi grazie all’enorme quantità che c’è in giro dopo la fine della guerra che l’ha dilaniata. E la sospettata numero uno resta, a questo punto, la Bosnia-Erzegovina.

@ManzinMauro

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