Attacchi a Serracchiani, Carini sanzionato
TRIESTE Fabio Carini, il giornalista di Palazzo sceso in campo alle comunali di Trieste prima con una sua lista poi in appoggio a Roberto Dipiazza, paga con quattro ore di paga trattenute in busta le sue dichiarazioni nei confronti della presidente Serracchiani rese durante la campagna elettorale della primavera 2016.
Tanto? Poco? Carini non ha dubbi: «Per la libera espressione in Fvg è un pericoloso precedente». Ma dalla direzione regionale si ribatte a stretto giro: «L'azione disciplinare riguarda precise infrazioni del codice di regolamento dei dipendenti regionali».
In organico a tempo indeterminato nell'Agenzia regione cronache, Carini aveva preso aspettativa dal lavoro istituzionale e si era candidato alle amministrative. A cavallo tra il primo e il secondo turno, ospite di una trasmissione di Tele4, il giornalista era intervenuto a gamba tesa su Serracchiani, auspicando testualmente che ad allontanarsi dalla Regione a urne aperte avrebbe dovuto essere non lui, ma una presidente «che ha depredato questa Trieste con la complicità del sindaco (Cosolini, ndr)».
Affermazioni che sono alla base delle contestazioni di addebito disciplinare recapitate a Carini, con la conseguente sanzione che lui stesso ufficializza: «Sullo stipendio di ottobre mi sono state trattenute quattro ore di lavoro. L'ultimo atto di un'azione che considero inappropriata, se non anticostituzionale». Di qui il mandato confermato all'ufficio legale milanese cui Carini si era subito rivolto. L'intenzione è di ricorrere. La convinzione è di avere ragione.
Può un giornalista prendere aspettativa, scendere in campo contro il governo regionale con il quale collabora, cercare di batterlo alle elezioni, insistere perché se ne vada a casa e poi tornare in ufficio come nulla fosse? «Non è un paradosso - commenta Carini -. Serracchiani, che oltre a essere presidente pro tempore è anche vicesegretaria del Pd, non è il mio datore di lavoro. L'editore per cui presto servizio è la Regione. La sanzione colpisce il mio libero pensiero politico e non il mio operato professionale, ora come sempre puntuale e rispettoso del ruolo in Arc».
Carini incassa dall'associazione della stampa Fvg una nota di «disappunto» per la sanzione comminata che si accompagna all'auspicio di «un approfondimento e un ripensamento da parte dell'amministrazione per giungere a una composizione». Difficile immaginarlo alla luce della comunicazione della direzione generale, in risposta proprio all'intervento di Assostampa, in cui si esclude che l'azione disciplinare sia stata motivata dall'intento di limitare la libertà di espressione durante la recente campagna elettorale a Trieste, «ma riguarda esclusivamente precise infrazioni del codice di comportamento».
L'attività dei dipendenti regionali, si precisa ulteriormente, «tra cui sono compresi anche i giornalisti», è infatti assoggettata a quel documento. «Le affermazioni sono state contestate - ribadisce la direzione generale - in quanto contrarie alle prescrizioni di detto codice». ( m.b.)
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