Ater, patto con la Finanza. Stanati a Trieste 126 “furbetti”
TRIESTE Stana ormai con sistematicità i furbetti colpendo nel mucchio pure gli sbadati (che in fondo sono la maggioranza, ma la legge d’altronde non ammette ignoranza) e sbatte loro in faccia prima lo sfratto e poi una denuncia alla Procura per falso in atti, cioè per autocertificazione posticcia dei redditi familiari. È successo 126 volte nel 2010, e 167 nel 2009. Adesso, però, l’Ater si prepara a un ulteriore giro di vite nei confronti di coloro i quali, tra i propri 10.500 inquilini, non dichiarano esattamente ciò che guadagnano, beneficiando così di un appartamento in affitto a prezzi politici che spetterebbe invece ad altri, o pagando magari quote di locazione inferiori a quelle dovute.
La stretta si sostanzierà in un riconoscimento formale dell’Ater stessa, da parte della Guardia di finanza, come ente segnalatore “attivo” di casi anomali. Tradotto: una famiglia che abita in un alloggio di edilizia pubblica residenziale sfoggia auto, “averi” e più in generale un tenore di vita che stride con quanto dichiara di percepire in termini di reddito? E, se sì, quel reddito è pure fuori scala rispetto alle medie dichiarate dagli altri beneficiari? Bene: l’Ater potrà, in sostanza, “denunciare” i suoi inquilini proprio alle Fiamme gialle.
«Ci stiamo attrezzando per questo, siamo attualmente in contatto con la Gdf nella prospettiva di poter stipulare un’apposita convenzione che ci consenta di diventare soggetto in grado di avviare specifici accertamenti», conferma Giorgio Ceria, il direttore generale dell’Ater.
Sarà, come detto, una specie di “fase due” poiché la collaborazione con la polizia economica già esiste. «Oggi - spiega Ceria - l’Ater è nelle condizioni di allinearsi, in automatico, con l’anagrafe tributaria». Già, perché a ritmo annuale, «e di anno in anno miglioriamo il nostro grado di precisione», l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale opera già una serie di controlli sui propri inquilini, per accertare eventuali incongruenze tra le autocertificazioni di reddito per nucleo familiare inviate all’ente di piazza Foraggi, e allegate alle richieste di un alloggio in locazione, e le dichiarazioni dei redditi vere e proprie in possesso dell’Agenzia delle entrate. Controlli che sono integrali per i neobeneficiari, cioè verso tutti coloro ai quali viene concesso un nuovo alloggio, e a campione invece per i beneficiari sistematici.
Nel 2010 sono stati pizzicati 126 autori di false autocertificazioni. Per questi scatta lo sfratto al primo colpo e non più al secondo, in base alla nuova legge regionale, nonché una denuncia penale, che può risolversi o in una pena minima con la condizionale o con la derubricazione in sanzione amministrativa. Ma la multa, che arriva dalla Prefettura, può essere salatissima. E arrivare a settemila euro.
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