L’impegno dell’Ater per le Case dei puffi a Trieste: «Telecamere e 130 restauri»
l nuovo presidente Mosetti annuncia l’avvio di lavori negli immobili e l’installazione di un sistema di videosorveglianza contro vandalismo e abbandono di rifiuti e auto
Telecamere e recupero degli alloggi sfitti delle “Case dei puffi”. Per il nuovo presidente dell’Ater Daniele Mosetti il 2025 si apre con una priorità: contrastare il degrado dilagante in quella parte di borgo San Sergio, storicamente difficile.
Presidente, nelle Case dei puffi l’amministrazione dell’Ater, il Comune e la Polizia locale sono alle prese con una sorta di lotta senza fine con chi abbandona i veicoli, chi li brucia, chi si rende responsabile di danneggiamenti vari e chi lascia negli spazi comuni immondizia, elettrodomestici e perfino materiale edile. Come è possibile fronteggiare questa piaga, che peraltro riguarda anche il comprensorio di Valmaura?
«C’è un forte disagio di cui abbiamo contezza. Puntiamo ad affrontarlo con due modalità: con il recupero della parte immobiliare, innanzitutto. Nei prossimi mesi, infatti, interverremo sugli edifici delle Case dei puffi, cioè di via Grego, sistemando circa 130 alloggi sfitti. Quando si mette mano al patrimonio immobiliare inutilizzato si ha un effetto positivo sulla vivibilità dello stabile in generale».
Ma la gente continuerà comunque ad abbandonare auto e materiali vari.
«C’è un protocollo con il Comune per fronteggiare questo fenomeno. Il problema è che ogni sgombero richiede tempistiche burocratiche lunghe. Inoltre, ogniqualvolta si rimuovono dei veicoli, ne ricompaiono subito altri. La gente, vedendo uno spazio vuoto, porta un’altra auto. Dovremo comunque migliorare il protocollo con il Comune rendendolo più efficiente».
Concretamente come?
«La zona andrà fornita di telecamere, così da fare da deterrente. Collaboreremo inoltre con le forze dell’ordine per individuare e segnalare le singole persone o i nuclei famigliari che creano tensioni e problemi, come succede soprattutto a Valmaura. Alcuni comunque sono già noti alle autorità competenti. Ci sono situazioni di criminalità, legate ad esempio allo spaccio, in cui purtroppo vengono coinvolti anche minori. Continueremo poi a fronteggiare il fenomeno delle occupazioni abusive. E ciò, ovviamente, in tutti gli edifici della città in cui si manifesta il problema. In linea generale, comunque, lavoreremo molto con i portierati sociali che fanno da sentinella territoriale delle varie criticità».
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, cosa è previsto nel corso del 2025 e del 2026?
«Abbiamo in piedi i cantieri di via Boito, di via Gradisca e di via Gemona in Gretta, cui si aggiungono le abitazioni in Strada Vecchia dell’Istria, in via del Prato e in Pendice dello Scoglietto. Questi stabili compongono un totale di 315 alloggi nuovi che andranno a potenziare l’offerta nel 2026. Nel 2025, comunque, copriremo le domande ad esempio con il recupero degli sfitti, come i 130 alloggi da ristrutturare in via Grego nel complesso delle Case dei puffi».
E sul tema della morosità come interverrà?
«Pensiamo a interventi mirati con il Terzo settore, almeno per le situazioni in cui la particolare debolezza socio-sanitaria-economica degli utenti richiede una gestione accompagnata. Il concetto alla base è l’utilizzo dei fondi pubblici non più quale “soluzione tampone” che mira alla sussidiarietà, bensì all’adozione, grazie alle competenze del Terzo settore, di percorsi rivolti alle persone per toglierle definitivamente dalle morosità». —
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