Ater, la morosità schizza a 2,8 milioni
Due milioni 800mila euro di morosità complessiva: 2.789.520,85 euro, per essere precisi al centesimo, di canoni d’affitto non pagati.
È una cifra mostruosa quella “rivelata” ieri dall’amministratore unico dell’Ater Angela Caldarera e dal direttore Domenico Degano. Soldi che, se incassati, permetterebbero la realizzazione di 18 alloggi nuovi o la sistemazione (il riatto) di 80 appartamenti. L’ex Iacp ha intrapreso una lotta senza quartiere contro la morosità, recuperando discrete cifre ma la battaglia è appena agli inizi. Il mancato pagamento degli affitti è un po’ segno dei tempi: ci sono inquilini che, pur di fronte a canoni minimi che non superano in certi casi i 60 euro mensili, non sono in grado di onorare gli impegni. Ma ci sono anche parecchi “furbetti”: «persone - parole del direttore Degano - che invece di pagare regolarmente il canone, spendono i loro soldi per acquistare il computer o magari per ricoprire i soffitti di legno pregiato e di luci a led». Ecco perché il lavoro che sta affrontando Ater è ingente e richiede la giusta attenzione caso per caso.
Il dato-monstre è emerso durante la conferenza stampa di bilancio di un anno di nuova gestione Ater. Alle difficoltà della morosità si unisce il carico fiscale che, ogni dodici mesi, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale deve corrispondere allo Stato: nel 2012 le imposte hanno raggiunto quota 2,5 milioni, l’anno successivo il conto è stato meno salato (1.347.000 euro) ma si tratta pur sempre di uscite che rendono difficoltosa la gestione degli alloggi popolari. Anche perché le liste d’attesa continuano ad essere notevoli: si parla di 1.174 famiglie bisognose che attendono un appartamento. «Si tratta, però, di un dato da prendere con le molle - l’avvertenza di Angela Caldarera -. Perché? Ad esempio, i portatori di handicap possono inoltrare domanda a tutti i bandi emanati nell’Isontino. Pertanto rientrano in quel dato di 1.174 famiglie in attesa di un alloggio popolare anche persone che compaiono in più bandi. Ecco perché il dato va interpretato».
Nonostante le mille difficoltà, Ater sta facendo uno sforzo notevole per preparare nuove opportunità abitative. «D’ora in avanti - parole dell’amministratore unico - riserveremo 2 milioni all’anno per il riatto degli alloggi sfitti. L’obiettivo è di arrivare, nell’arco di un triennio, a rimettere a posto tutti gli appartamenti oggi sfitti». Una decisione che va nella direzione degli auspici più volte formulati dai sindacati degli inquilini e dal Sunia in particolare. Meglio risistemare ciò che già c’è (è anche più economico) senza lanciarsi nella realizzazione di nuove case popolari (assai più costose).
Attualmente Ater Gorizia ha 4.080 alloggi di proprietà: in più gestisce altri 527 di proprietà dei Comuni della provincia di Gorizia. A questi numeri vanno aggiunti altri 32 appartamenti in possesso di Fincantieri. Complessivamente, dunque, l’ex Iacp gestisce qualcosa come 4.639 alloggi. «È stato un anno molto impegnativo. Stiamo realizzando un percorso comune alle altre Ater regionali per uniformare regolamenti e documenti vari», la chiusura di Caldarera.
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