Ater Gorizia, quarto direttore in meno di un anno

Il consigliere regionale Ziberna all’attacco: «Mattiussi sarà sostituito dal massimo dirigente dell’ex Iacp di Udine Degano. Siamo stati posti sotto tutela friulana». Tuonano i sindacati
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 22.05.2012 Rodolfo Ziberna - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22.05.2012 Rodolfo Ziberna - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Non è decisamente un momento di calma piatta e di tranquillità per l’Ater di Gorizia. Prima la dichiarazione dello stato di agitazione da parte dei dipendenti, oggi la notizia di un nuovo avvicendamento alla direzione: la quarta in meno di un anno.

E il consigliere regionale Rodolfo Ziberna va a nozze e tuona contro l’amministrazione di centrosinistra: «La giunta Serracchiani continua nel suo stillicidio, nel progressivo e voluto depauperamento del territorio isontino. Questa volta lo fa ponendo sotto tutela l’Ater di Gorizia, facendone assumere la direzione al direttore generale dell’Ater di Udine, dott. Domenico Degano, il quale rimarrebbe anche a capo dell’Ater friulana», premette Ziberna che ha immediatamente rivolto alla presidente della Regione Serracchiani un’interrogazione. «Nello scorso febbraio – scrive Ziberna nella sua interrogazione - è stato nominato direttore dell’Ater Gorizia l’ingegner Renato Mattiussi, un professionista esperto che lavora nell’ente dal 1991, il quale ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio manutenzione e, dal 1996, di dirigente dell’ufficio manutenzione/patrimonio/condomini. Dal 2006 ad oggi, poi, ha diretto l’area lavori dei principali cantieri della provincia. Insomma un profilo interno di elevata professionalità. Forse... troppa. Ecco perché pare vi sia l’orientamento di rimuovere Mattiussi dalla direzione per sostituirlo con Degano, da quattro mesi direttore generale dell’Ater di Udine».

«Va ricordato – continua Ziberna - che la Giunta Serracchiani nello scorso novembre ha votato l’annullamento della riforma (senza proporne una nuova) delle Ater della Giunta Tondo, con cui era stato deciso di ridurre le aziende da cinque ad una sola, con ciò scegliendo di gettare al vento oltre due milioni di euro per indennità e prebende. Inoltre alcuni mesi fa l’Ater regionale aveva annullato i contratti di categoria del personale ma solo a Gorizia! Probabilmente una decisione frutto del maldestro tentativo di recuperare sulla pelle dei dipendenti i milioni di euro che questa Giunta butterà letteralmente al vento a causa del citato azzeramento della riforma Tondo».

Ma anche i sindacati sono in subbuglio. A tuonare, nei giorni scorsi, era stata la Uil-Fpl che non aveva nascosto il suo malcontento nei confronti di certe affermazioni di Angela Caldarera, amministratore unico dell’Ater. Poi, la protesta sindacale era salita decisamente di tono ed era culminata nella dichiarazione dello stato di agitazione proclamato da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Confsal Fesica. Le organizzazioni sindacali denunciavano «la mancanza di direttive chiare e precise, relativamente alla gestione attuale e al futuro dell’Ater di Gorizia, considerato che non è mai pervenuta alcuna risposta alle nostre sollecitazioni». Lamentavano poi «l’assenza di un disegno organico di prospettiva, la cronica mancanza di personale, le prese di posizione pubbliche (si riferiscono alla recente intervista al Piccolo, ndr) e il mancato rispetto di qualsiasi accordo sindacale».

Quanto bastava, secondo le segreterie dei quattro sindacati, a proclamare «lo stato di agitazione di tutto il personale dell’Ater di Gorizia». Non è tutto: Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Confsal Fesica attraverso i segretati Luca Manià, Massimo Bevilacqua, Michele Lampe e Fulvio Fantini avevano fatto sapere che «si riservavano di comunicare le eventuali altre azioni da intraprendere qualora entro dieci giorni dalla data della presente (era il 31 maggio scorso) non sarebbe pervenuta alcuna convocazione di un incontro in data da concordare sui punti di cui sopra». C’era quindi una sorta di ultimatum che le forze sociali avevano lanciato ai vertici dell’ex Iacp.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo