Ater di Trieste, 12 candidati si contendono la direzione e intanto l'ente blinda i canoni 2020
TRIESTE. Sono dodici i candidati a ricoprire il ruolo di direttore dell’Ater di Trieste e Gorizia. Lunedì si sono chiusi i termini per il bando, secondo i parametri indicati online già da mesi. Tra qualche settimana la decisione finale sull’incaricato. E intanto dall’ente arriva una rassicurazione per gli inquilini: gli affitti nel 2020 non sono destinati ad aumentare.
Per quanto riguarda il nuovo direttore, sarà il successore di Antonio Ius, in pensione dallo scorso settembre, dopo una lunga carriera ai vertici dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale triestina. Per il momento sul sito dell’Ater di Trieste appare questo testo, inserito lo scorso 12 settembre: «Il Consiglio di amministrazione ha conferito all’ingegnere Franco Korenika l’incarico di svolgere le funzioni attribuite al direttore. L’incarico ha durata sino alla decorrenza della nomina».
La procedura dovrebbe chiudersi tra qualche settimana. «Le domande pervenute – spiega Riccardo Novacco, presidente dell’Ater Trieste – sono dodici, tutte da parte di persone del Friuli Venezia Giulia. Verranno analizzate la prossima settimana dal Consiglio di amministrazione, per valutare se tutti i documenti presentati siano corretti e per scegliere tre nomi, in accordo con il Cda di Gorizia.
La terna quindi sarà inviata alla Regione, all’assessore Graziano Pizzimenti, che porterà la scelta del nominativo in delibera durante una delle prossime sedute della giunta regionale. La decisione verrà presa quindi tra poche settimane. Franco Korenika – aggiunge – di certo continuerà ad avere un ruolo importante nel nuovo organigramma».
E intanto da Novacco arriva una buona notizia per le persone che abitano nei vari edifici di proprietà dell’ente. «Abbiamo incontrato i sindacati degli inquilini – annuncia – ai quali abbiamo anticipato la decisione di non aumentare il canone 2020, contrariamente alle altre Ater». Un sospiro di sollievo per tante famiglie, in particolare per chi si trova in difficoltà già a pagare l’attuale canone agevolato.
Nemmeno un euro in più, viene sottolineato, proprio per venire incontro a tutti. E tra gli affittuari c’è anche una considerazione positiva del lavoro portato avanti negli ultimi mesi. «Stiamo ricevendo messaggi da parte di tanti cittadini per quello che stiamo facendo – prosegue Novacco –: ciò dimostra che si sta operando nella giusta direzione e questo sicuramente è un segnale incoraggiante e gratificante».
Resta però ancora una preoccupazione per il presidente, che qualche settimana fa aveva lanciato un grido d’allarme, come i colleghi di tutta Italia, davanti all’ipotesi della reintroduzione dell’Imu per tutti gli immobili di edilizia agevolata. Una scure pesante, per un importo non inserito nel bilancio 2020. «Se passa la Finanziaria – aveva spiegato – le Ater nazionali dovranno versare circa 180 milioni di euro ai Comuni di appartenenza. Per Trieste tra 1,5 e 2 milioni, cifra prevista in realtà per le ristrutturazioni, fondamentali per tante palazzine, che quindi non potremo fare».
Ieri uno sviluppo ulteriore della situazione, che secondo Novacco fa ben sperare in un’inversione di rotta. «A seguito dell’ordine del giorno presentato dalla Lega e approvato dal governo, il viceministro all’Economia Antonio Misiani – dice – si è impegnato a interpretare meglio il fatto che le case popolari non debbano pagare l’Imu. Ora bisognerà vedere se faranno veramente qualcosa di concreto».
A rischio cantieri e interventi di sistemazione per alloggi e fabbricati in attesa di lavori di ammodernamento o semplicemente di manutenzioni. E intanto Novacco è stato eletto nei giorni scorsi rappresentante regionale del Friuli Venezia Giulia in seno al Consiglio direttivo di Federcasa, la federazione che riunisce a livello nazionale 74 enti, che da quasi un secolo costruiscono e gestiscono abitazioni sociali. Tra gli obiettivi per il 2020 portare a Trieste l’assemblea nazionale, una riunione che raccoglie tutti gli enti territoriali italiani.
Riproduzione riservata © Il Piccolo