Da Vienna fino a Trieste a caccia di gioielli antichi da rimettere sul mercato
A valutare i monili sono gli esperti della storica casa d’asta Dorotheum. Il primo contatto è stato con un pensionato: «Così riemerge il passato»

Da Vienna a Trieste, a caccia di antichi gioielli. La casa d’aste viennese Dorotheum, fondata nel 1707 dall’imperatore Giuseppe I d’Asburgo, sta per sbarcare proprio qui, nel capoluogo giuliano. Oggi e domani, 12 e 13 marzo, all’interno del Grand Hotel “Duchi d’Aosta”, gli esperti della storica realtà austriaca offriranno ai cittadini consulenze private per la stima di gioielli e orologi. Bisogna sottolineare che la scelta di puntare sul Friuli-Venezia Giulia per ampliare il proprio mercato, per Dorotheum non è casuale.
«Trieste – spiega Giulia Pastore, referente per il Dipartimento Gioielli e Orologi della casa d’aste – è strategica per la sua posizione baricentrica fra Austria, Slovenia e Croazia. La città ha una forte identità mitteleuropea, può vantare legami sia culturali che commerciali con l’Austria, e ha anche un’impronta fortemente cosmopolita e multiculturale. In tal senso, il nostro obiettivo è costituire un’opportunità non solo per i collezionisti e gli appassionati d’arte, ma per l’intero territorio».
Un ragionamento che non fa una piega. Ora basta solo aspettare e vedere come reagiranno i triestini a questa opportunità. Chissà, magari spunteranno bracciali, spille o monili capaci di raccontare antiche connessioni con l’impero austro-ungarico. Forse, qualcuno tirerà fuori dalla cassaforte pendenti arricchiti da motivi marini, oppure orologi da tasca con raffinate incisioni. Chissà!
A creare il primo contatto con la casa d’aste è stato un pensionato triestino che desidera sottoporre agli esperti di Dorotheum alcuni oggetti di famiglia. «Leggendo i giornali – ha specificato l’anziano, che vuole restare anonimo – mi ha colpito molto la storia di questa realtà, nata nel XVIII secolo come alternativa alle banche di pegno che soffocavano i clienti. Quindi, l’azienda all’epoca aveva anche una precisa funzione sociale! Questi particolari fanno parte della grande storia degli Asburgo, che fecero di Trieste la quarta città dell’impero dopo Vienna, Praga e Budapest. Ma poi c’è anche tutta la storia delle famiglie borghesi che hanno contribuito a rendere questa città un gioiello storico, artistico e culturale. Così, ho pensato che contattare Dorotheum fosse un modo per far riemergere alcuni affascinanti elementi del nostro passato».
In effetti, di storia ce n’è molta: Dorotheum, nata più di 300 anni fa nell’impero asburgico, è una delle primissime case d’aste al mondo ancora oggi attive. Alla fine del XIX secolo, ampliò la propria offerta includendo tra gli oggetti più frequentemente battuti opere d’arte, libri, monete e francobolli. Dal 1901, grazie all’inaugurazione del Palais Dorotheum commissionato dall’Imperatore Giuseppe I all’architetto Emil von Föster, l’attività conobbe una crescita esponenziale, diventando un punto di riferimento internazionale per gli amanti dell’arte. Oggi è la più grande casa d’aste dell’Europa continentale, con clienti in oltre 100 Paesi al mondo, che non vedono l’ora di scoprire anche i gioielli custoditi a Trieste.—
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