Assoluzione annullata, Flego torna in aula per abuso d’ufficio

La Corte suprema invalida la sentenza, l’eurodeputato verso un nuovo processo L’accusa degli stipendi gonfiati all’epoca del mandato da sindaco di Pinguente
Valter Flego
Valter Flego

POLA Nuovi guai giudiziari all’orizzonte per l’europarlamentare istriano Valter Flego in merito a una vicenda risalente - secondo l’accusa - agli anni fra il 2010 e il 2013, quella relativa al presunto abuso di poteri d’ufficio all’epoca in cui l’esponente della Dieta democratica istriana era sindaco di Pinguente: avrebbe indebitamente gonfiato lo stipendio a se stesso e ad alcuni stretti collaboratori dell’epoca.. La Corte suprema della Croazia ha invalidato la sentenza con la quale, cinque anni fa, la Corte del Tribunale regionale di Fiume aveva disposto l’assoluzione di Flego, disponendo nel contempo l’avvio di un nuovo procedimento. Nel 2015 l’accusa non era riuscita a dimostrare che Flego avesse abusato dei suoi poteri d’ufficio, in quanto - era stato annotato - l’allora primo cittadino aveva riposto piena fiducia nei servizi amministrativi del Comune.

Nel suo verdetto il giudice Saša Cvijetić aveva spiegato che Flego all’indomani dell’entrata in vigore della restrittiva legge sugli stipendi aveva incaricato i legali del municipio di definire un nuovo regolamento sull’operato dell’amministrazione cittadina cos da farsi risarcire delle ore straordinarie e del lavoro extra che altrimenti non sarebbero stati più pagati. «Per fugare ogni dubbio sulla legalità del regolamento - aveva detto all'epoca il giudice - Flego aveva sottoposto il documento incriminato alla verifica degli organi di controllo e di revisione, dai quali aveva ottenuto disco verde».

Inoltre nel settembre 2010 il ministero dell’Amministrazione pubblica aveva confermato che il pagamento degli stipendi avveniva nel rispetto della legge. Non solo: la Revisione di stato (equivalente alla Corte dei conti italiana) aveva assegnato un voto di eccellenza alla gestione finanziaria del comune istriano.

Secondo l’accusa invece Flego, tra l’11 marzo 2010 e il 30 maggio del 2013, avrebbe illecitamente aumentato lo stipendio a se stesso, al vicesindaco, al capo del suo ufficio e a tre assessori, provocando un danno al bilancio comunale di 73.000 euro, cifra che includeva gli stipendi netti e i contributi. L’importo che Flego avrebbe illecitamente intascato era di 9.000 euro. Secondo l’Uskok, l’Ufficio nazionale per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, il giudice era arrivato a una conclusione errata in base alle prove prodotte: da qui il ricorso presentato dall’accusa, sul quale dunque ora si è pronunciata la Corte suprema.

Flego intanto - ex presidente della Regione istriana, eletto europarlamentare lo scorso anno - non nasconde la propria sorpresa per quanto disposto dai giudici supremi: «So di essere innocente - ha dichiarato al quotidiano Glas Istre - come del resto deliberato dal Tribunale regionale di Fiume. A questo punto non mi rimane che consultarmi con i miei avvocati per decidere il da farsi». —

P.R.

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