Assoldato il “superlegale” contro i tagli ai vitalizi

Gli ex di Palazzo si affidano all’avvocato Paniz per presentare ricorso al Tar. «Chi fa politica va incontro a sacrifici. La pensione è una giusta forma di rispetto»
L'avvocato bellunese Maurizio Paniz
L'avvocato bellunese Maurizio Paniz

TRIESTE. Si sono riuniti, ci hanno pensato, hanno preso atto di qualche contrarietà e conseguente defezione, ma gli ex consiglieri decidono di tirare dritto: il vitalizio non si tocca. Nemmeno si riduce. E, per far valere le loro ragioni contro la legge regionale che taglia da un minimo di 36 a un massimo di 600 euro mensili la loro pensione di Palazzo, si affidano all’avvocato bellunese Maurizio Paniz, già parlamentare del Pdl e noto in regione per aver difeso con successo Elvo Zornitta, l’ingegnere accusato per anni di essere l’Unabomber del Nordest.

Gli ex eletti della Regione Friuli Venezia Giulia con vitalizio in tasca, compresi gli aventi diritto, sono 213. Pietro Arduini, il presidente dell’associazione che li rappresenta, ha scritto a ciascuno di loro una lettera informandoli che il ritrovo per sottoscrivere il ricorso è l’hotel Astoria di Udine, martedì prossimo 31 marzo. Nessun obbligo, naturalmente, ma saranno i singoli, e non l’associazione (che ha chiesto un contributo di 200 euro pro capite quale acconto per il ricorso) a procedere per vie legali. Al momento non ci sono stime sull’adesione.

«Chi vorrà si farà avanti», si limita a dire l’ex assessore della Lega Nord da sempre convinto dell’opportunità di ricorrere contro la decisione del Consiglio di ridurre gli assegni mensili sopra i 1.500 euro lordi del 6%, a salire fino al 22,5% nel caso di quote oltre i 6mila euro e di cumulo con un ulteriore vitalizio. Tecnicamente si tratta in realtà di contestare davanti al Tar non la legge (giuridicamente impossibile), ma l’atto amministrativo della scorsa settimana che ha visto l’Ufficio di Presidenza di piazza Oberdan rimodulare gli importi alla luce del provvedimento approvato in aula il 5 febbraio. Ed è proprio da un punto di vista tecnico che Paniz (che è già tra l’altro in pista per lo stesso motivo in Veneto) affronta la vicenda confermando di aver parlato con Arduini e di avere avviato un approfondimento sulla partita che riguarda il Friuli Venezia Giulia.

«Come già accaduto per gli ex consiglieri del Veneto, che sono di diversa appartenenza politica, mi ha fatto piacere anche in questo caso essere stato contattato indipendentemente dalle “targhe” dei partiti - commenta l’avvocato bellunese -. È evidentemente un segnale di stima che ho molto apprezzato e di cui ringrazio i diretti interessati». A quando l’ufficializzazione dell’incarico? «Stiamo organizzando il lavoro. Se la scelta nei miei confronti verrà confermata, sarò onorato di poter dare un contributo per un’azione che è squisitamente tecnica e nulla c’entra con valutazioni di tipo morale».

La scure sui vitalizi vale 2,6 milioni
Una seduta del Consiglio regionale

Nel merito, compresa la rivolta popolare nei confronti di una Casta che resiste fino all’ultimo, Paniz preferisce appunto non dare giudizi. Ma non dimentica di rilevare, ed è un caso anche personale visto il suo lavoro da professionista, che «spesso chi presta il suo servizio alla politica lo fa con indubbi sacrifici, nella consapevolezza che, una volta ritornato al suo lavoro, non potrà avere le prospettive di prima. Non trovare per esempio i clienti degli anni precedenti è una conseguenza evidentemente non banale. L’istituzione dei vitalizi è una forma di rispetto dell’impegno di chi opera con serietà nelle istituzioni».

Ma su che cosa basare il ricorso? «Preferisco non fare i processi sui giornali, ho il massimo rispetto della magistratura. Ci esprimeremo nelle sedi opportuno - precisa ancora Paniz -. Ma ci sono senz’altro, pur nel rispetto delle tesi avversarie e del lavoro dei Consigli regionali, argomenti in diritto che giustificano l’iniziativa». Quanto alla concordanza con il caso del Veneto (una sessantina i ricorrenti), dove il ricorso è già stato presentato con la rinuncia alla sospensiva in cambio di un esame nel merito in tempi più brevi possibile (l’udienza al Tar è fissata il 7 ottobre), il legale aggiunge: «Ci sono alcune problematiche ancora da valutare. Non posso confermare che ci sia un’assoluta identità delle due situazioni».

«Illegittimità costituzionale, violazione del principio di intangibilità dei diritti acquisiti e della stabilità dei rapporti giuridici», sono invece le parole usate nelle contestazioni degli ex consiglieri che già si sono mossi in Lombardia e Trentino Alto Adige. Quello lombardo è un appello esteso, oltre che alla Costituzione, pure al diritto europeo, con tanto di citazione in giudizio sia della Regione che del Consiglio regionale, su un taglio peraltro non troppo penalizzante: una media del 10%, con punte del 16% per gli assegni sopra i 4.500 euro.

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