Assistenza domiciliare difficile a Monfalcone: il Covid-19 sottrae gli infermieri

I genitori chiedono un servizio stabile per i figli. Il direttore del distretto De Vuono: «Stiamo lavorando»
Personale nei corridoi del San Polo, l’emergenza sanitaria ha complicato i servizi. Foto Bonaventura
Personale nei corridoi del San Polo, l’emergenza sanitaria ha complicato i servizi. Foto Bonaventura

MONFALCONE La loro condizione richiede un’assistenza infermieristica specializzata h24. Sono affetti da malattie rare e gravissime, tali da dover affiancare personale dedicato, nell’ambito del servizio a domicilio. Situazioni delicate e complesse, per le quali da un anno a questa parte l’emergenza pandemica ha comportato non poche difficoltà alle famiglie, alle prese con la gestione dei propri ragazzi e bambini. L’esigenza di conciliare il lavoro e la cura dei figli per questo gruppo di genitori sta diventando un percorso ad ostacoli. Raccontano, infatti, di trovarsi di fronte a «scoperture o dilazioni» circa l’assistenza domiciliare, servizio che Asugi ha affidato ad una cooperativa. Dopo una serie di segnalazioni e solleciti, rinnovano l’appello «affinchè venga garantita stabilità al supporto specializzato di cui abbiamo diritto». A porre la questione sono le famiglie Ginaldi Pramparo, Bergomas, Franzot, Lotito-Trolese e Boscarol, residenti tra il Basso e l’Alto Isontino.

Il Covid-19 ha riversato i suoi effetti nel sistema sanitario, costretto a fare i conti con un importante assorbimento di personale destinato alla priorità pandemica, alla quale si unisce il problema in ordine al reclutamento di infermieri.

«Il servizio di assistenza infermieristico – spiegano i genitori – è gestito da una cooperativa a fronte di un monte ore settimanale stabilito nell’ambito dell’Unità di valutazione distrettuale, in base al quadro clinico dei pazienti e al contesto familiare. Dal mese di marzo dello scorso anno, siamo stati sottoposti a tagli di ore, cancellazioni di turni, anche senza congruo preavviso, comportando oggettive difficoltà a reperire personale privato. Circostanze che, a loro volta, si ripercuotono sul nostro lavoro. Insomma, sta diventando pesante riuscire a garantire il proprio servizio professionale, per il quale abbiamo comunque usufruito degli specifici permessi previsti, sfruttando anche le ferie e quanto ci è possibile utilizzare». I turni assistenziali notturni sono regolarmente garantiti, grazie ai contributi previsti dalla normativa, spiegano ancora le famiglie. Il problema si concentra sulla fascia diurna. «La situazione sta peggiorando di mese in mese – affermano i genitori – e se viene a mancare il personale, non viene sostituito. I nostri figli devono essere seguiti come se fossero ricoverati in ospedale», aggiungono per far comprendere la portata della domanda assistenziale. «Con l’emergenza Covid, purtroppo, stiamo continuando a dover convivere, ma la nostra situazione richiede una risposta. Per questo chiediamo che in questo difficile momento sanitario si possa trovare il percorso utile a potenziare l’assistenza domiciliare, per scongiurare a questi pazienti l’ospedalizzazione».

Quanto rappresentato da queste famiglie è all’attenzione di Asugi. Il direttore del Distretto sanitario del Basso Isontino, Carlo De Vuono, osserva: «L’Azienda sanitaria è orientata a risolvere in modo definitivo la situazione, per la quale stiamo mantenendo la massima attenzione. Assieme al direttore socio-sanitario ne abbiamo discusso con il direttore generale di Asugi, dottor Poggiana. Stiamo considerando più azioni, il nostro impegno è notevole, garantiamo già numerose ore e cerchiamo di rispondere al meglio possibile. È un momento molto complicato per riuscire a trovare personale infermieristico – aggiunge –, attualmente assorbito dall’emergenza virale, ma stiamo lavorando per rendere più stabile il servizio assistenziale». Il direttore sottolinea: «Non si tratta di mancanza di volontà, né di un problema economico. I finanziamenti ci sono, già stanziati per questa tipologia di assistenza. Nel frattempo attraverso il prossimo bando verrà assegnato personale specifico al fine di integrare l’attività svolta dalla cooperativa. Pur con difficoltà stiamo mettendo in campo anche risorse umane interne. Un ulteriore passo è quello di prevedere la rifusione delle spese alle famiglie relative all’utilizzo di personale privato, dovendo individuare la formula idonea tra le scanalature della normativa».—

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