Assessorati della futura giunta comincia la guerra delle poltrone
TRIESTE. Dieci poltrone in ballo, quelle degli assessori della giunta comunale. A cui sommare, ancora, i posti nelle partecipate. Ma anche, per rientrare in municipio, lo scranno da presidente del Consiglio comunale, da affidare - passando per il voto d’aula ma ancora prima per il bilancino degli accordi di coalizione - a uno degli eletti. I riflessi del ballottaggio del 19 giugno andranno oltre la carica di sindaco.
Il nuovo primo cittadino, nuovo per modo di dire giacché Roberto Cosolini è l’uscente e Roberto Dipiazza ha guidato palazzo Cheba dal 2001 al 2011, dovrà essere un regista capace di distribuire nel post-elezione (immediato e, in certi casi come per Esatto, proiettato più in là nei mesi), fra le varie caselle, fedelissimi suoi e portacolori dei partiti che l’hanno appoggiato.
Senza creare scontenti. Operazione non banale. Ma talmente importante che il senatore del Pd Francesco Russo ha suggerito a Cosolini di puntare forte sulla futura giunta per provare la rimonta dopo il ko al primo turno, annunciando i nomi di coloro che, in caso di successo fra due domeniche, andranno a comporla. «Volti nuovi e giovani, trasversali, fuori dalle logiche di partito. Dovrebbero poi stare nei rioni a dire cosa intendono fare nei primi cento giorni»: la ricetta di Russo.
Un appello che il destinatario ha deciso di cogliere al volo: «Nei prossimi giorni annuncerò qualche novità», la promessa di Cosolini che nelle settimane scorse si era solo lasciato sfuggire l’intenzione di mixare, nell’eventualità di mandato-bis, novità con alcune conferme. Ora, forse, questa formula potrebbe essere rimessa in gioco. Emanuele Mura, il commerciante russiano, è un nome che continua a circolare.
Poi una serie di punti interrogativi sugli uscenti che hanno corso alle amministrative: da Fabiana Martini, recordwoman di consensi in casa Pd, ad Antonella Grim, segretario regionale dem a sua volta molto gettonata alle urne, da Laura Famulari e Roberto Treu sempre nel Partito democratico ai civici di “Insieme per Trieste” Elena Marchigiani e Andrea Dapretto. Come accontentare, poi, la bicicletta Verdi–Psi che in caso di affermazione di Cosolini porterebbe tre eletti in Consiglio? Uscendo alla prospettiva giunta, forse con l’infinito Roberto de Gioia alla presidenza dell’aula consiliare? O con qualche posto nelle partecipate? Sul tema, Cosolini attacca il suo predecessore e attuale sfidante: «Per il cda di Trieste trasporti ho rinviato a luglio le nuove nomine cosicché il sindaco eletto possa decidere nella pienezza del suo mandato. Nel 2011, invece, avevo trovato persone appena nominate... Stesso discorso per Esatto, i cui vertici scadranno fra dieci mesi mentre cinque anni fa erano stati appena indicati per un triennio. Questione di etica della politica. Infine - conclude Cosolini - su AcegasApsAmga, il presidente viene indicato da Hera e ritengo che, nel caso, l’avvocato Giovanni Borgna non avrebbe difficoltà a rimettere il mandato... Ma esistono ottime possibilità che non ce ne sia bisogno».
E Roberto Dipiazza, inebriato dal successo di domenica scorsa con oltre undici punti percentuali di vantaggio ma consapevole di non dover abbassare la guardia? Conferma la scaramanzia sui nomi per la giunta (pure per l’annunciato assessorato che andrà a caccia di fondi europei), al netto del patto con la Lega per avere Pierpaolo Roberti al fianco come vice e altrettanto al netto della volontà di piazzare uno fra Carlo Grilli e Giorgio Rossi al welfare. «La giunta? Dirò tutto il primo luglio», taglia corto Dipiazza esibendo evidentemente nel contempo un certo ottimismo sul voto del 19 giugno. Ma dal centrodestra i sussurri sugli appetiti emergono accompagnati dalla consapevolezza che vi sono equilibri da rispettare fra le diverse anime della coalizione. Tra i primi nomi di papabili, spuntano quelli dei forzisti Michele Lobianco, Piero Camber, Manuela Declich, Angela Brandi e Lorenzo Giorgi - nel 2006 beffato allo sprint da Paolo Rovis - con Everest Bertoli pronto a inserirsi e, in quota Fi da esterna, l’ipotesi dell’ex presidente del Porto Marina Monassi (a proposito di Apt, apprezzamento da entrambi i duellanti per il commissario Zeno D’Agostino, scelta come noto di marca Pd).
Ecco poi le leghiste Serena Tonel e - a sua volta da esterna che potrebbe riaffacciarsi in prima linea - l’ex assessore regionale Federica Seganti. E pure l’altro esponente storico del Carroccio Paolo Polidori potrebbe reclamare attenzione. Senza dimenticare Fratelli d’Italia-An, con Claudio Giacomelli a sua volta pronto a rifare l’assessore ma anche con un Fabio Scoccimarro che, rimasto fuori dalla contesa delle urne, sembra voglioso di rigettarsi nella mischia. Dipiazza, intanto, torna all’attacco del rivale: «L’inadeguatezza di questo sindaco uscente è certificata dalle numerose e dure dichiarazioni del senatore Russo che, in più occasioni, ha evidenziato l’incapacità amministrativa di Cosolini. Per non parlare poi dei candidati a sindaco della sinistra Sossi e Furlani› che gli si sono schierati contro evidenziandone il mal governo».
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