Assenteisti arrestati. Sodani confessa: «Ho sottratto 700mila euro»
Oltre 700mila euro. Il business dei soldi facili al mercato ortofrutticolo ha reso a Maurizio Sodani, il responsabile della struttura di Campo Marzio, una cifra da capogiro. Lo ha ammesso lui stesso ieri mattina davanti al giudice Laura Barresi che lo ha interrogato in carcere alla presenza del difensore Gianfranco Carbone. «I soldi - ha detto Sodani - erano quelli delle fatture relative all’attività del mercato». In pratica dalle indagini è emerso che i documenti contabili - che avrebbero dovuto giustificare il giro d’affari - venivano compilati solo in un secondo tempo.
I soldi per le slot
Così, questa l’ipotesi del pm Massimo De Bortoli, Sodani poi aggiustava gli importi ricevuti dalle aziende «dimenticandosi» appunto di circa 2mila euro al mese che avrebbe dovuto versare al Comune. Una bella cifra della quale però non sarebbe rimasto nulla. Perché il dipendente comunale ha dichiarato di aver perso tutti quei soldi al gioco. Ha dichiarato di essere un giocatore abituale e il proliferare di sale gioco e di cartelle che si acquistano nelle tabaccherie, sono state per lui un «baratro irresistibile». Ha anche parlato di casinò in Slovenia dove si recava quasi settimanalmente. Si è definito un malato incapace di frenare le pulsioni psicologiche «alla costante ricerca di denaro con tutti i mezzi possibili». Ma c’è di più: solo nei primi giorni di gennaio Sodani si era trattenuto 7mila euro, versandone al Comune 7mila e 500.
Nessuno controllava
Il paradosso: tirando direttamente in ballo il Comune, forse ispirato da Mario Chiesa, lo storico presidente del Pio albergo Trivulzio, primo arrestato eccellente di Tangentopoli, Sodani ha parlato tramite il difensore di una «tentazione probabilmente agevolata da un sistema di controlli contabili che si è rivelato carente». Come dire che la colpa indiretta della sparizione del denaro del Comune non è stata di chi, per sua dichiarazione, se ne è appropriato, ma di chi invece avrebbe dovuto controllarlo. Ma il sindaco Cosolini fa sapere che non gli è mai arrivata una segnalazione. «È chiaro che se a un dirigente fosse risultato qualcosa di questo tipo, il sindaco ne sarebbe stato informato», ha detto.
L’indagine dei carabinieri di Aurisina diretta dal pm Massimo De Bortoli ha preso dunque anche un’altra direzione. Così non solo l’accusa di truffa legata all’assenteismo, per la quale sono finiti in carcere oltre a Sodani, responsabile della struttura di Campo Marzio, anche il vice Claudio Di Toro, consigliere comunale della Lega Nord a Muggia e i dipendenti Linda Sain ed Elio Gesù.
Nessuna pensione
La pista è appunto quella dei soldi facili che, è bene chiarirlo, riguarda al momento solo Sodani. E la prova indiretta è che Sodani pur avendo la possibilità di andare in pensione un anno fa, aveva rinunciato, preferendo rimanere al mercato. Dove, anzichè andarci alle 4 del mattino, entrava alle 7, anticipando - anche questa è stata una sua spiegazione - una sorta di prepensionamento. Da aggiungere poi che il business dei soldi facili era integrato dai corrispettivi dei pedaggi degli operatori che frequentavano il mercato. Il difensore Carbone ha rilevato che non sussistono particolari esigenze cautelari in quanto le presenze sono rilevate automaticamente dal sistema informatico, e non sono modificabili, e la ricostruzione contabile è possibile incrociando i dati reperiti negli uffici comunali con le fatture in mano ai singoli utilizzatori. Ovviamente - sono sempre parole di Carbone - la valutazione spetta al Gip o, in seconda istanza, al Riesame anche se personalmente reputo la misura del carcere eccessiva». Poi osserva: «Certamente Sodani, e gli altri indagati, sono entrati in un’inchiesta – probabilmente generata da tensioni interne fra dipendenti comunali – in un momento in cui l’opinione pubblica chiede, giustamente, rigore nel comportamento dei dipendenti pubblici. C’è un profilo psicologico e umano che non modifica la posizione processuale ma che probabilmente è stata la molla di comportamenti che conservano, per altro, tutto il loro disvalore sociale».
Di Toro ha ammesso
Anche l’avvocato Riccardo Cattarini, difensore dell’altro arrestato eccellente, il leghista Claudio Di Toro getta acqua sul fuoco e minimizza. «Il mio cliente - dice - ha ammesso le accuse. Ma il danno complessivo per le casse comunali ammonta a poche centinaia di euro». Ha detto Di Toro al giudice Barresi: «Può anche darsi che sia uscito. Ma è stato solo per prendere un caffè con assenze sicuramente di poche decine di minuti». Tuttavia le indagini dei carabinieri hanno accertato che in un’occasione se n’era andato anche in Slovenia. Nell’interrogatorio in carcere il vice responsabile del mercato ortofrutticolo, poi liberato (con il vincolo di non tornare al lavoro) su disposizione del Gip Barresi nella serata di ieri, «ha spiegato a lungo - così ha dichiarato il difensore - tutte le modalità degli episodi contestati confermandone la materialità, ma certamente azzerandone la gravità».
Gli altri arrestati
Anche i difensori degli altri arrestati hanno chiesto la remissione in libertà. Si tratta degli avvocati Paolo Pacileo che assiste Linda Sain e Dario Lunder per Elio Gesù. Anche quest’ultimo, ieri sera, ha potuto lasciare il carcere, su decisione del giudice.
Dice poi Pacileo riferendosi a Sain: «Mi pare che la custodia in carcere per la mia cliente sia eccessiva». Nel provvedimento di custodia cautelare il giudice Laura Barresi aveva motivato la detenzione dietro alle sbarre di una cella del Coroneo, sostenendo che «non viene meno la corresponsabilità di Gesù e Sain e neppure attenua, nei loro confronti, il pericolo di recidiva, visto che solo per compiacere il collega, si sono prestati con facilità a compiere il reato».
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