Assembramento sui bus a Monfalcone. Apt: «Se il mezzo è pieno non si deve salire»

Caso (non isolato) segnalato venerdì alle 18 sulla linea per Panzano: a bordo operai del cantiere 
La foto scattata da uno dei passeggeri
La foto scattata da uno dei passeggeri

MONFALCONE. Ci sono fotografie che non hanno bisogno di didascalie accessorie per raccontare l’istante di una situazione. E questo vale ancor di più nell’era pandemica, dove comunque le segnalazioni, come le delazioni, si sprecano. Stavolta nel mirino finisce, appunto tramite scatto, un bus gremito della linea LP, quella in transito a Panzano, effettuata a Monfalcone. La foto, inviata alla testata, risale a due giorni fa: venerdì, alle 18. Quattro ore dopo sarebbe scattato il primo coprifuoco in città. Si notano operai al rientro dalla fabbrica. È probabile che portino sulle spalle la fatica della giornata, anzi della settimana. Tutti hanno la mascherina. Alcuni sono in piedi. Però sembrano stare stretti. Il metro di distanza, unità di misura con cui da marzo si è entrati in confidenza, nell’immagine pare accorciato.

Apt viene informata della segnalazione, come i sindacati, che tuttavia con Marco Sosol, coordinatore Filt-Cgil provinciale e regionale, e Federico Widmar, che per la stessa sigla segue i trasporti urbani, non hanno nulla da eccepire sul percorso fin qui intrapreso dall’azienda provinciale dei trasporti per il contenimento dell’epidemia Sars-CoV-2 e le misure prescritte a tutela dei lavoratori e dei passeggeri. Non risultano situazioni di particolare gravità. La stessa presidente Caterina Belletti allarga le braccia: «Abbiamo i flussi ridotti al 47%, adottato contapasseggeri e dispositivi, potenziato le linee più frequentate con corse bis per evitare i pienoni e non ci risultano, invia generale, criticità. Ma deve esserci una coscienza nella collettività: se il mezzo risulta pieno, io non ci salgo. Aspetto il prossimo, considerato che a Panzano le corse risultano frequenti». «Se non si addotta – riflette – quel minimo di prudenza a livello personale allora da questo virus terribile non ne usciamo, come Paese. Non può essere tutto demandato all’autorità civile né Apt può ergersi a sceriffo, ma questo vale pure per le altre società di trasporto pubblico in regione».

Della serie: di ammassamenti, nonostante gli accorgimenti e le regole rispettate dalle aziende, se ne vedono pure fuori dal bar, al supermercato e alle stazioni, «fermo restando che la corsa in bus non è un momento di contaminazione», sempre Belletti. Che all’utenza rivolge il richiamo a «essere cittadini responsabili». Oltretutto, stando al vertice Apt, «l’ultimo dpcm sul 50% di presenze a bordo dei mezzi pubblici è entrato in vigore l’altra notte, ma al momento non si conoscono ancora le misure al dettaglio per la messa in pratica, a livello nazionale, delle direttive, attraverso gli allegati». Apt si sta attrezzando, «ma non può fare di testa sua, poiché la normativa ha appunto carattere nazionale».

Sul fatto invece che gli autisti non possano fare da vigilantes concorda il sindacalista Sosol, ribadendo come «i nuovi indirizzi siano appena entrati in vigore e ci vogliano dei giorni di assestamento». Mentre per Widmar, sempre tessera Cgil, «non risultano situazioni di criticità e là dove si sono verificate l’azienda ha dato una risposta con le corse bis». Senz’altro i conducenti non possono fare da “sceriffi”, ma forse la Polizia locale, nei pattugliamenti, potrebbe verificare che l’accesso ai bus avvenga in modalità diversa dall’“assalto alla diligenza”, giusto per restare in metafora western . —

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