Assemblea contro i licenziamenti in Porto

È attesa oggi l’assemblea dei lavoratori della Compagnia portuale, convocata dal mondo sindacale, per dirimere il nodo-licenziamenti allo scalo cittadino. Lo annuncia Valentino Lorelli, segretario regionale della Filt-Cgil: l’incontro è volto ad affinare le «strategie da attuare dopo la comunicazione della mobilità per nove dipendenti diretti».
«In porto c’è molta tensione - afferma Lorelli purtroppo nessuno in questi giorni si è fatto avanti, tra le istituzioni (in particolare la Regione, cui ci si era appellati ndr), nel totale disinteresse generale». «Dall’assemblea - conclude Lorelli - uscirà la linea e tutte le iniziative che porteremo avanti assieme».
Sono nove, dunque, i licenziamenti annunciati in porto, a partire dal primo maggio, giorno della Festa dei lavoratori. Ad annuciarlo era stata giorni fa la Compagnia portuale costretta a una ristrutturazione per «non appesantire i costi di produzione». A questi nove potrebbero però presto aggiungersi i sei della Coracfer che assieme alla Compagnia portuale gestisce fino a fine aprile il raccordo ferroviario del Lisert. Dal primo maggio, infatti, cessa la “gestione in proprio” della manovra ferroviaria, entra una nuova azienda dopo il bando di gara della Regione sul "gestore unico" e sulla strada, come si era temuto, restano i primi lavoratori specializzati.
A incidere nel già perturbato clima, l’autorizzazione, da parte della Regione, dell’insediamento di un quinto operatore portuale: Cimolai, che ha lo stabilimento in zona portuale. E ciò nonostante il grido di allarme che era stato già lanciato delle imprese attualmente presenti nello scalo, cioè Marter, Midolini, Cetal e Compagnia portuale. Che già a settembre avevano avvertito: «Una follia una quinta impresa portuale, non c’è sufficiente lavoro per quelli che operano nello scalo, mancano banchine, fondali, infrastrutture e non c’è nemmeno spazio fisico per un nuovo insediato».
Un altolà evidentamente caduto nel vuoto. L’ultima miccia, le notizie ferali sul traffico di bramme, il primo per importanza nello scalo: grazie al dragaggio di porto Nogaro le navi andranno direttamente nel porto friulano. Bene per i camion che non intaseranno più le strade, ma ancora una volta male per Monfalcone che si vede scippata una fonte economica di rilievo.
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