Assegno antipovertà, 235 domande al giorno
TRIESTE. La prima settimana di reddito integrato, la misura di welfare che il Friuli Venezia Giulia, primo in Italia, ha messo in piedi come sistema regionale, ha fatto segnare agli sportelli dei servizi sociali 1.647 domande valide. Ovvero 235 al giorno. Più nel dettaglio, informa la Regione sulla base dei dati elaborati da Insiel, le domande definitive al 28 ottobre compreso sono 1.482, quelle in compilazione 137, quelle cancellate 28. Dati che riguardano tutta la regione.
Ma, stando al numero di domande raccolte nei quattro sportelli delle Unità operative territoriali di Trieste nei primi due giorni di avvio, il 21 e il 22 ottobre, quasi 400, è probabile che nel capoluogo regionale si sia registrato il maggior numero di richieste dell’assegno antipovertà che può valere fino a 550 euro mensili. Non un assalto, ma sicuramente un’affluenza significativa. «Circa 1.500-1.600 domande? Più o meno quello che ci aspettavamo in questa fase iniziale – commenta l’assessore alla Sanità Maria Sandra Telesca –. Del resto l’informazione è stata capillare, crediamo che nei prossimi giorni i numeri si possano incrementare ulteriormente».
C’era molta attesa per l’impatto della misura. Anche per capire quale può essere la platea interessata, non valutabile con precisione a causa delle novità introdotte quest’anno nell’Isee. Telesca resta infatti ancora “larga” sulla stima: «Viaggeremo tra gli 8mila e i 10mila nuclei familiari». A poter accedere al contributo – di fatto un’integrazione fino al massimo di 550 euro mensili in aggiunta a redditi già percepiti – le famiglie che non superano la soglia Isee di 6mila euro e che dimostrano, per almeno un componente, la residenza in regione da almeno 24 mesi. L’importo dell’assegno può toccare la quota massima per i nuclei con almeno due figli minori a carico, mentre la soglia si abbassa a 500 euro per gli altri beneficiari.
Non mancano altri paletti. L’assegno verrà erogato per 12 mesi rinnovabili per un ulteriore anno dopo una verifica del mantenimento dei requisiti. Condizione necessaria per ottenere il contributo, a cadenza bimestrale, sarà in ogni caso accettare il patto di inserimento, che comporta una ricerca attiva di lavoro, l’adesione a progetti di formazione o inclusione lavorativa, un impegno scolastico con regolare frequenza, comportamenti di prevenzione e cura volti alla tutela della salute, svolgimento di attività utili alla collettività, anche nell’ambito di progetti realizzati da realtà del terzo settore, enti locali e amministrazioni pubbliche.
Per il monitoraggio del rispetto del patto, ricorda Telesca, «è fondamentale lo stretto contatto tra servizi sociali e centri per l’impiego, che assieme promuovono il superamento delle condizioni di difficoltà tramite l’utilizzo coordinato di tutti gli strumenti di politica attiva del lavoro, di orientamento e di inclusione sociale previsti dalla normativa statale e regionale».
Ai cittadini che rientrano nei parametri non resta che rivolgersi agli sportelli dei servizi sociali con la documentazione necessaria. Nell’arco di un mese, se tutto è in regola, si vedranno approvare l’istanza e, previa firma del patto, incasseranno il primo assegno.
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