Assassini presi 12 anni dopo

Valentina Cinquepalmi e Jonatha Ausili accusati di avere ucciso nel 2000 Albina Perez
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 03/10/12 - Questura, Conferenza Stampa Omicidio Brosolo, Valentina Cinquepalmi
Lasorte Trieste 03/10/12 - Questura, Conferenza Stampa Omicidio Brosolo, Valentina Cinquepalmi

Dopo 12 anni gli assassini di Albina Brosolo Perez, la donna di 77 anni strangolata nel suo appartamento di via Carducci 28 il 7 novembre del 2000, hanno un nome e un volto. Dall’altra sera Valentina Cinquepalmi, triestina di 34 anni e Jonatha Ausili, 33 anni, nato a Monterotondo ma residente a Trieste, sono in cella. L’accusa del pm Matteo Tripani è concorso in omicidio volontario e rapina. Per la magistratura furono loro a uccidere Albina Brosolo Perez. Sono stati arrestati dai poliziotti della Squadra mobile.

Cinquepalmi è stata individuata grazie a due impronte digitali lasciate sulla maniglia della porta e vicino al campanello della casa della vittima. Tracce un tempo “mute”, rielaborate e decrittate solo pochi giorni fa dagli agenti della sezione “cold case” - quella dei casi irrisolti - che hanno utilizzato le nuove tecnologie oggi a disposizione, come il Piccolo aveva riferito nell’edizione di lunedì 24 settembre. E proprio dopo aver letto quell’articolo Cinquepalmi aveva parlato al telefono con il suo attuale compagno Michele Mozzi, esprimendo la paura di essere stata individuata dalla polizia. Un’ammissione, o meglio una confessione, ascoltata in diretta dagli investigatori della Mobile che la stavano intercettando. Così il cerchio si è chiuso.

In Questura prima, e poi davanti al gip Laura Barresi, la donna non ha potuto che ammettere, svelando il mistero di un omicidio rimasto a lungo insoluto. Un omicidio per il quale all’epoca erano stati indagati anche Nevio Perez, il figlio di Albina Brosolo e la sua convivente, Alida Rigonat.

«Sono stata io e Johnny Ausili, il mio compagno di allora», ha detto Cinquepalmi che lavora oggi come badante. Poi ha raccontato quanto accaduto quel pomeriggio del 7 novembre. «Io e Ausili eravamo in giro per Trieste. Eravamo senza soldi...», è stato l’inizio del suo racconto. «Siamo passati davanti allo stabile al numero 28», ha detto la donna nell’interrogatorio reso davanti al pm Matteo Tripani. Johnny in quel momento ha avuto un’idea: «Adesso suono un campanello a caso e vediamo quello che succede». In quel momento Valentina e Johnny erano davanti alla casa di Albina Perez. Qualcuno ha aperto il portone e i due sono entrati nello stabile. Continua ancora il racconto: «Mentre salivamo per le scale abbiamo notato un’anziana che aveva quasi raggiunto la propria abitazione. Johnny non ha detto niente ma mi ha fatto segno, portandosi l’indice davanti alle labbra, di stare zitta». Quell’anziana era Albina Brosolo Perez: stava rientrando dopo alcune commissioni.

Nel frattempo la vittima era entrata nel suo appartamento e aveva chiuso la porta. «Jonnny mi ha detto di suonare il campanello dell’appartamento. Io avevo tanta paura», ma l’uomo ha replicato «stai zitta non parlare fatti i c. tuoi». Dopo qualche istante, suonato il campanello, Albina Perez aveva aperto la porta. E allora Jonatha Ausili l’ha aggredita. Così ha raccontato ancora Valentina: «Johnny l’ha spinta violentemente con due mani al petto e l’anziana è caduta all’indietro pesantemente a corpo morto e ha perso conoscenza. Per non gridare mi sono coperta la bocca e ho detto ad Ausili: “Cosa hai fatto”? Lui mi ha risposto: “Non ti preoccupare, è solo svenuta”».

Il racconto - definito completo dagli investigatori - svela altri agghiaccianti dettagli. Ancora Cinquepalmi: «Uno di noi ha chiuso la porta di casa. E Johnny ha colpito l’anziana con un calcio al volto». Poi i due hanno cercato denaro e gioielli. Così ne ha parlato Cinquepalmi: «Sono entrata in cucina, ho cercato nei cassetti, nei mobili e anche in corridoio. Lui si è chiuso in una stanza con l’anziana. Mi ha detto che sarebbe andato a vedere se trovava qualcosa. Ha preso l’anziana per le braccia e l’ha trascinata in una camera, credo fosse quella da letto. Da fuori sentivo dei rumori (qui, secondo gli investigatori, Ausili l’avrebbe strangolata ndr). Quando è uscito gli ho chiesto se aveva trovato qualcosa». E poi ancora: «Non sapevo che la donna era morta. Poi lui è entrato in un’altra stanza dove ha preso un portagioie in cui c’era denaro e qualche gioiello. Ricordo che quando siamo usciti dallo stabile mi ha minacciato intimandomi di non dire nulla».

L’allarme era scattato dopo circa un’ora dal delitto, quando Nevio Perez era entrato in casa e aveva trovato la madre riversa sul pavimento. Morta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo